Morfeo sulle orme di Roberto Baggio

di Redazione 2

Se in serie A il colpo dell’estate è rappresentato dall’acquisto di Ronaldinho, nella serie cadetta l’ingaggio di Domenico Morfeo da parte del Brescia può considerarsi il movimento più clamoroso di questa calda estate di calciomercato.

La squadra lombarda, dunque, non perde l’abitudine di acquistare e far rinascere grandi campioni ed in molti già sperano che il fantasista possa ripetere la parabola di Roberto Baggio, dato per finito al suo arrivo a Brescia e magicamente rifiorito, tanto da sfiorare la convocazione per i mondiali nippo-coreani.

Mi direte, a ragione, che Morfeo non è Baggio, ma le vicende dei due numeri 10 hanno comunque dei punti in comune, a partire dai molti infortuni, più o meno gravi, che ne hanno condizionato la carriera e dal fatto di non essere stati mai completamente apprezzati per le loro qualità tecniche.


Domenico Morfeo, nato calcisticamente nell’Atalanta, sempre attenta al settore giovanile, sembrava dover diventare un fenomeno del pallone. Sin dall’esordio in A – appena dicissettenne – con la maglia nerazzurra, ha saputo mettersi in mostra per le sue spiccate doti di regista, regalando assist preziosi ai compagni di reparto.

Di qui l’interessamento da parte della Fiorentina ed il passaggio in viola ad impreziosire una squadra che contava già su campioni del calibro di Batistuta e Rui Costa. A Firenze Morfeo avrebbe dovuto fare il salto di qualità, ma vuoi per l’infortunio, vuoi per la concorrenza nel ruolo del fantasista portoghese, riuscì a collezionare solo 26 presenze e 5 reti in due stagioni. Poche per uno partito da Bergamo con l’obiettivo di spaccare il mondo.

Seguirono anni difficile per il giovane talento costretto a girovagare per tutta l’Italia, in attesa dell’anno buono per l’esplosione definitiva. Milan, Cagliari, Verona, e poi ancora Atalanta e Fiorentina, prima dell’ingaggio a parametro zero da parte dell’Inter, dove però non riuscì mai a mettersi in mostra come avrebbe voluto. Infine l’esperienza a Parma ed i primi due anni giocati a buoni livelli, in una dimensione che sembrava la più adatta per il suo carattere (per la verità un po’ “difficile”).

Nelle ultime due stagioni invece Morfeo ha spesso osservato le gare dalla panchina, non riuscendo mai a conquistare spazio sufficiente per mettersi in mostra. A giugno la scadenza del contratto che lo legava al Parma ed il futuro che somigliava sempre più ad un’incognita. Ma ci ha pensato Corioni a svegliarlo da torpore, regalandogli un’ulteriore possibilità di rilancio così come ha fatto in passato con Baggio, Hagi, Guardiola e, più recentemente, con Tacchinardi e Bazzani. Il presidente delle rondinelle aveva giurato che non avrebbe più ingaggiato grossi nomi, ma per Domenico Morfeo ha voluto fare un’eccezione.

Non mi piace solo prenderli, ma anche farli rinascere: Morfeo è l’uomo giusto per riconquistare la A. Per il Brescia sarà il nuovo Baggio, anzi, ne sono sicuro.

Ora sta a lui ripagare tanta fiducia. In bocca al lupo!

Commenti (2)

  1. Hai ragione quando dici che Morfeo non è Baggio, però non può essere vera l’affermazione per cui entrambi non sono stati apprezzati realmente per quelle che erano le loro qualità tecniche. Baggio ha avuto riconoscimenti a livello mondiale, ricordiamoci del Pallone d’Oro. Senza considerare che la notorietà di Baggio è stata, ed è, a livello planetario. Poteva avere anche di più, questo è vero. Di sicuro sono stati accomunati dalla sfortuna, ma Baggio, a mio avviso, è comunque riuscito ad entrare nella top 10 dei giocatori di tutti i tempi ….

  2. Purtroppo, Sanghino, nonostante i riconoscimenti a livello internazionale, Baggio è stato spesso criticato, dovendosi difendere anche tra le “mura amiche”. Ti rimando all’articolo che ne traccia il profilo, per capire meglio cosa intendo.

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