Ormai non si può più nascondere dietro la scusa del momento-no, perché il periodo nero dell’Inter dura da diverse settimane e la parola crisi comincia a circolare insistentemente in quel di Appiano Gentile. La squadra brillante che aveva messo sotto la Juventus nello scontro diretto è ormai un ricordo e la sconfitta di ieri al Friuli di Udine è stata l’ennesima dimostrazione di scarsa lucidità e di mancanza di idee nell’undici nerazzurro. Urgono rinforzi in tempi brevi, ma Massimo Moratti chiude i lacci della borsa e non promette acquisti di prima grandezza nel futuro prossimo.
Vero è che la gara di ieri avrebbe potuto prendere una piega diversa se – come urla Stramaccioni – Palacio avesse avuto un rigore a favore, ma è vero anche che il singolo episodio non può giustificare il trend negativo dei nerazzurri prima e dopo la sosta natalizia. Nelle ultime settimane molti nomi sono stati accostati all’Inter, alcuni dei quali confermati dallo stesso patron:
Schelotto, Sorrentino e Lodi sono tutti buoni giocatori. Ora, però, non è il momento di spendere troppo.
Moratti promette di “aggiustare l’Inter” dopo il summit avuto in mattinata con Marco Branca e Piero Ausilio, ma non si può certo pretendere che stacchi assegni sostanziosi per permettere a Stramaccioni di avere a disposizione una squadra da scudetto. Insomma, qualche rinforzo arriverà di sicuro, ma niente nomi di prima fascia, perché di soldi da spendere ce ne sono pochi. A meno che non si proceda con qualche cessione, prima fra tutte quella di Sneijder, ormai fuori rosa e destinato ad un posto fisso in tribuna.
Qualche altro milioncino potrebbe arrivare dalla vendita di Coutinho (il Southampton ha offerto 12 milioni) e da quella di Alvarez. Facendo cassa, si potrebbe arrivare al sogno proibito, vale a dire all’acquisto di Paulinho, vero pallino della dirigenza nerazzurra, ma forse non sufficiente a risolvere i problemi dell’Inter.
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