Roma, Ok il prezzo è giusto!

Foto AP/LaPresse

La Roma calcio dovrebbe diventare un club a stelle e strisce il 15 aprile a Boston – almeno stando a quanto annunciato dal sindaco Gianni Alemanno. Il popolo giallorosso però non si sente tranquillo, visto che l’arrivo a Roma di Thomas DiBenedetto non ha messo la parola fine alla telenovela.

Per chi vede il bicchiere mezzo pieno c’è da dire che c’erano ancora tanti aspetti da mettere a fuoco. Come decidere il contenitore che controllerà il club capitolino. Per il passaggio di proprietà verrà creta una newco italiana nella quale Unicredit avrà il 40% e gli statunitensi il 60%.

Anche il prezzo di vendita è stato oggetto di discussione, e sarebbe calato di una decina di milioni rispetto a quello dell’offerta vincolante. Si parla di una spesa di 67 milioni per assicurarsi la maggioranza delle azioni, il marchio e il centro di allenamento di Trigoria – 40 milioni a carico degli americani e 27 dell’istituto.

A questi bisogna aggiungere i circa 23 milioni per lanciare l’opa sul flottante del club e i soldi necessari per la campagna acquisti. Si parla di circa 80 milioni di euro, e l’americano e i suoi soci – Richard D’Amore, Micael Ruane e James Pallotta – hanno venti giorni di tempo per fornire le garanzie che dispongono di tali disponibilità.

E fino a quando il gruppo di affaristi Usa non scoprirà le carte resteranno molti dubbi nella testa del popolo giallorosso. Si conosce poco o nulla di DiBenedetto e degli altri soci, ed è impossibile avere la lista dei soci della DiBenedetto LCC, la società che inizialmente avrebbe dovuto acquistare le azioni della Roma – e che comunque acquisterà la maggioranza della Newco.

Nemmeno sul possibile conflitto d’interessi c’è nulla di sicuro. Secondo i suoi avvocati, l’imprenditore statunitense non avrebbe alcun potere decisionale o di influenza nel Liverpool ma solo una partecipazione marginale, e quindi la Roma non rischierebbe di essere estromessa dalle Coppe. Bisogna vedere se l’Uefa sarà d’accordo.

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