Probabilmente la Sampdoria si può annoverare tra le delusioni del calciomercato di agosto. Con lo storico approdo ai preliminari di Champions League, si pensava che Garrone regalasse al nuovo tecnico Di Carlo almeno un paio di nuovi acquisti di livello internazionale per cercare di centrare la qualificazione alla fase a gironi e rimanere nella competizione il più a lungo possibile.
Ed invece le operazioni portate a termine finora, ad una sola settimana di chiusura del calciomercato, hanno mostrato tutto il contrario: l’unica operazione importante è stata quella di trattenere i campioni Cassano-Pazzini-Palombo (anche se in caso di mancata qualificazione in Champions non è detto che rimangano), mentre i colpi in entrata sono perlopiù operazioni secondarie.
Talmente poco si è fatto sul fronte arrivi che l’operazione più importante è stata quella di Curci, chiamato a sostituire Storari passato alla Juventus, e che finora si è comportato bene nel precampionato. Per il resto sono arrivati Guardalben, Guberti, Pozzi e Dessena, mentre in partenza ci sono stati, oltre al portiere ex Milan, anche Padelli, Mustacchio, Soriano e Castellazzi, di certo operazioni che non permettono ai tifosi di esaltarsi.
L’arrivo di Di Carlo poi è tutto da decifrare, dato che si tratta di un allenatore giovane e con poca esperienza, avendo allenato in A solo piccole squadre, e così affrontare una qualificazione europea ed un intero campionato con una rosa non all’altezza diventa una scommessa molto difficile da vincere. In ogni caso gli 11 di partenza sono molto forti, e dovrebbero essere schierati con un 4-4-2 molto simile a quello dello scorso anno così composto: Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Palombo, Dessena, Mannini, Semioli; Cassano, Pazzini.
Il problema è però la mancanza di alternative. La Samp l’anno scorso ha potuto ottenere degli ottimi risultati per due fattori principalmente: un’unica competizione da affrontare e l’effetto sorpresa, dato che nessuno pensava che i blucerchiati potessero arrivare a tanto. Ma venendo a mancare entrambe queste variabili, il pericolo di un fallimento è dietro l’angolo. La rosa infatti è piuttosto corta per disputare anche le coppe, specie in attacco dove le alternative a Pazzini, e soprattutto a Cassano, non si vedono, mentre quello che più di tutti manca è l’esperienza internazionale, dato che perlopiù si tratta di calciatori che provengono da piccole squadre, o che sono cresciuti nella Samp che oltre la coppa Italia non ha disputato altri tornei negli ultimi anni.
Gli obiettivi di quest’anno sono due: la qualificazione in Champions, resa molto complicata dal 3-1 dell’andata contro il Werder Brema, e ripetere l’annata scorsa, raggiungendo il quarto posto. Ad essere realistici, almeno quest’ultimo obiettivo sembra molto lontano dall’essere raggiunto. Oltre al non poter più contare sulla debacle della Juventus che le ha lasciato la quarta posizione, quest’anno i doriani dovranno confrontarsi con altri club che si sono molto rinforzati come il Napoli, la Fiorentina e, purtroppo per lei, anche il Genoa, e così se vuole rimanere in una competizione internazionale, che sia anche l’Europa League, il vero obiettivo diventa rientrare tra le prime 7. La possibilità c’è, ma non è nemmeno così scontata.