La Commissione Disciplinare della Federcalcio ha deciso in un’assemblea la penalizzazione di 3 punti per il Cagliari. L’accusa è rivolta verso il presidente Cellino, reo di aver violato la clausola compromissoria.
In particolare l’ex difensore dichiarava che, durante i controlli antidoping, alcuni dei suoi compagni erano costretti ad urinare nelle provette corrispondenti al calciatore estratto dal sorteggio, per coprirlo dopo aver usato sostanze dopanti.
L’accusa verso questi ultrà è di avergli incendiato la macchina, di averlo picchiato e di aver scritto numerose minacce sui muri vicini alla sua abitazione. Tutto un meccanismo psicologico che potrebbe risultare un chiaro caso di mobbing, con conseguente ritorsione contro la società responsabile, se verificato.
Mano pesante usata dal giudice, che però non sembra preoccupare tanto il presidente della squadra sarda che si dice sicuro sulla restituzione dei punti di penalità.
“Sono tranquillo sul mio operato — ha detto il presidente — sono sempre stato attento al rispetto delle regole. Si tratta di un grosso malinteso. Se venisse confermata la sentenza, si sarà solo accelerata la mia volontà di lasciare il mondo del calcio. Alla tifoseria e alla squadra dico solo che i punti ci sono soltanto temporaneamente tolti, ma che questo non deve distrarci dalla strada per la salvezza”.
Fatto sta che se già prima la salvezza per i sardi era un miraggio, adesso con una penalizzazione e con i giocatori poco sereni può sembrare un’utopia.
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