Perchè Bianchi fa litigare Cairo e Lotito?

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Se c’è un attaccante più inseguito di altri dai club italiani, questo è sicuramente Rolando Bianchi. Ma come si fa a destreggiarsi tra i vari nomi altisonanti come Ronaldinho e Amauri, fino ad arrivare a far litigare due grandi club come Lazio e Torino?
Per un giocatore italiano (a meno che non si chiami Luca Toni) potrebbe risultare difficile, ma Bianchi ci è riuscito, e cerchiamo adesso di capire perchè.


Il primo motivo che spinge due vecchie volpi come Cairo e Lotito a battagliare per la punta bergamasca è sicuramente la sua giovane età. Rolando ha solo 24 anni (saranno 25 tra 3 settimane), e quindi è un buon investimento sul futuro. Al contrario dei nomi noti, ha praticamente tutta una carriera davanti da giocare, ma anche un curriculum di tutto rispetto, avendo esordito in serie A a 18 anni.

Il secondo motivo per cui è un calciatore da tenere in considerazione è che ha tanta voglia di riscatto, dopo la parentesi non molto felice al Manchester City. Alla corte di Sven Goran Eriksson l’ex reggino ha segnato all’esordio, ma poi ha trovato difficoltà a conquistare la maglia di titolare, chiuso da Bojinov, Mpenza, Samaras, Vassell e Petrov, giocatori di classe ed esperienza, che gli toglievano le luci della ribalta. Anche se, nonostante le difficoltà, Bianchi ha sempre risposto bene alle chiamate del tecnico svedese, segnando 4 gol in campionato e uno in FA cup.

Un altro motivo per puntare sul giovane di Albano Sant’Alessandro è che faceva parte di quella Primavera di talenti che è quella atalantina, che ha già sfornato campioni come Pippo Inzaghi e Giampaolo Pazzini, e che quindi garantisce una sicurezza per chi decide di investire in lui.

Probabilmente a pesare saranno state anche le 18 reti con la Reggina dello scorso anno che gli hanno permesso di sfiorare il titolo di capocannoniere, di essere, insieme ad Amoruso, la coppia più prolifica del campionato con 35 gol (altro che Ibrahimovic e compagni), e di salvare la Reggina già condannata da Calciopoli alla serie B, partendo con un gap di 11 punti.

Oppure ancora, la sua capacità di essere sempre decisivo nei momenti che contano, dato che le uniche sue due reti in campionato nel suo primo campionato di A da protagonista hanno permesso al suo Cagliari di vincere le partite decisive per la salvezza contro Siena e Reggina.

Probabilmente ce ne saranno tante altre di motivazioni che hanno spinto il presidente Lotito ad affrontare la spesa più consistente della sua gestione (12 milioni di euro), ma sicuramente non si pentirà di averlo fatto.

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