Il Milan presenta Cassano

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Foto: AP/LaPresse

Antonio Cassano racconta il suo arrivo in rossonero seduto a fianco di Adriano Galliani. L’amministratore delegato del Milan mette subito le cose in chiaro:

Cassano è una scelta, non una scommessa.

Tra l’altro il giocatore era stato già vicino ai rossoneri

nell’estate 2006. Lui era al Real, nei primi mesi aveva giocato poco, poi arrivò Capello a Madrid e tutto si bloccò. Ci è sempre piaciuto; è il miglior talento calcistico italiano come ha detto Berlusconi.

Il genio di Bari vecchia è emozionato, ma ha le idee chiare:

Spero di giocare a lungo e sono sicuro che questa sarà la mia ultima tappa; sono al top: dopo il Milan c’è solo il cielo

e si dimostra sicuro di risorgere ancora una volta:

sono certo al 100% che non fallirò, anche perché presto diventerò papà. Non tradisco la gente che crede in me.

Nelle conferenze stampa del talento barese non ci si annoia mai perché Antonio sa tirare fuori chicche come questa:

Non posso dire chi mi ha cercato; sono stati in tanti. Ma appena il mio procuratore mi ha detto di Galliani ho voluto il Milan, senza pensarci due volte. Come canta Califano ‘tutto il resto è noia’: andiamo al Milan.

In realtà probabilmente la scelta è stata determinata anche da altri fattori, per esempio il fatto che

Galliani non mi è stato vicino quando le cose si stavano risolvendo, come ha fatto qualcun altro, ma in un momento difficile, e mi ha tirato fuori dai guai.

Inevitabile anche tornare a parlare di Sampdoria e del presidente Garrone:

Ringrazio la società. Sono stato amato e ringrazio tutto l’ambiente blucerchato. Mi sono trovato bene, poi c’è stato un problema. Ora sono felice. Il litigio con Garrone? Voglio parlare solo del Milan. Un giorno, fra dieci anni, scriverò un altro libro e racconterò quello che è successo.

E qui esce anche un pizzico del vecchio Cassano, quello che non può mai dire ‘ho sbagliato’, perché poi aggiunge:

Rifarei tutto nella mia vita tranne gli errori nell’era Capello. Lui all’epoca fece anche l’impossibile per me. Rimpiango solo quello.

Vi lascio con altre due cassanate verbali

Non sono mai stato un grande lavoratore, poi ho visto Ibra, Seedorf, Gattuso e Nesta che si allenavano sputando sangue e mi sono chiesto: perché non fare come loro? Sto lavorando come un cane, ma sono felice.

e

Ibra si allena come un pazzo e non è uno sbruffone come si dice, anzi è molto simpatico. Nei giorni scorsi gli ho detto: mettiamoci d’accordo e facciamo finta di litigare e lo diciamo ai nostri amici così scommettono e guadagnano dei bei soldi.

Sembra infatti che i bookmaker inglesi abbiano quotato a 5 un eventuale litigio tra i due.

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