La scorsa Domenica il mondo del calcio italiano è stato scosso da un insolito gesto grazie al quale forse, dopo tanti passi indietro, ne è stato fatto uno significativo in avanti, speriamo il primo di una lunga serie.
Forse inizia a scrollarsi di dosso un pò di quella patina negativa che lo ha spesso contraddistinto.
Siamo a Firenze, stadio Franchi, l’arbitro Farina sancisce la fine della gara. E’ appena terminata Fiorentina – Inter quando i calciatori viola, sconfitti in casa con un secco 0-2, dietro sollecito di Prandelli, anziché rientrare a testa bassa negli spogliatoi, si sono disposti lungo la via di ingresso agli stessi salutando gli avversari con applausi e sincere strette di mano. Nasce così il terzo tempo.
Un gesto semplice ma di enorme valore simbolico, se pensiamo soltanto che la stessa Lega non lo aveva autorizzato si dice per mancanza di tempi tecnici.
Il presidente della Figc Abete, tiene a precisare che si tratta di un “episodio molto positivo da guardare con attenzione, e per il quale non ci saranno sanzioni“. Anzi addirittura ora si pensa di rendere il terzo tempo un evento ufficiale da ripresentare su tutti i campi di Serie A e Serie B.
Positive le reazioni degli addetti ai lavori. Secondo Francesco Totti si tratta di un gesto che “andrebbe esteso a tutto il mondo del calcio“. Per Carlo Ancelotti “è stato un bel gesto da ripetere su tutti i campi” fino ad arrivare a Cobolli Gigli secondo cui “è un bel gesto e da parte della Lega non c’è stato nessun atteggiamento rigido” e a Cellino presidente del Cagliari che addirittura rivendica di aver già introdotto da tempo il “fair play alla sarda“, vale a dire l’offerta di pane e sani formaggi sardi negli spogliatoi.
Questo gesto, insolito nel calcio, non dovrebbe meravigliarci più di tanto. Il motivo è semplice. Esiste un altro gioco, decisamente più duro dove in campo si lotta fino allo stremo delle forze, dove regna l’agonismo e dove strattoni e cadute fanno parte della rivalità, ma dove raramente si assiste a ‘sceneggiate‘ ops… scorrettezze che esulano dalla competizione sportiva.
Questo sport si chiama Rugby, ne vanno matti gli inglesi, i francesi, i neozelandesi che si esaltano e ci esaltano con la loro spettacolare Aka, danza tribale aborigena… e da qualche anno anche gli italiani.
Due sport così simili ma così diversi. Il primo fatto di stelle da milioni di euro il secondo di sicuramente ben pagati campioni ma che preferisce il piacere del gioco a quello del successo.
Ed allora ben vengano altri gesti cosi, ben venga una nuova luce su questo sport tanto amato: il calcio. Lo sport degli italiani!