A margine della riunione a Milano della Lega Calcio, il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, è ritornato ancora una volta sul caso Cassano. Ma le notizie non sono quelle sperate dai tifosi sampdoriani: Garrone non torna indietro.
Io cerco di essere coerente e la coerenza è una virtù molto rara.
Insomma non cambia nulla nonostante i tentativi di conciliazione di Cassano e del suo procuratore Beppe Bozzo.
La linea rimane quella che ho deciso ed è riportata nella lettera di deferimento al Collegio Arbitrale
anche se Garrone sa che senza Cassano
la nostra squadra perde molto
perché lui
è il migliore.
Garrone ammette che gli insulti di Cassano sono difficili dimenticare, e che la delusione è tanta.
Il calcio è bellissimo ma ci sono episodi inaccettabili. In circostanze come queste tutti dobbiamo tentare di dare un contributo per il miglioramento del calcio e tornare ai giusti valori del comportamento in campo e fuori campo.
C’è anche un’ammissione di responsabilità:
Mi sono sbagliato, aveva ragione Del Neri quando a gennaio scorso, nel periodo di maretta nei rapporti tra lui, Marotta e Cassano, mi aveva detto guardi che anche con lei si comporterà come ha fatto con Sensi e col presidente del Real. Io non ci credevo perché Cassano è un ragazzo spavaldo ma anche fragile.
Nonostante tutto il presidente blucerchiato crede alla buona fede di Cassano:
ha detto nella sua intervista che lui non mi ha rivolto quegli insulti. Credo che sia in buona fede perché spesso in momenti di ira e rabbia chi di voi non ha detto qualcosa che poi non ricorda.
Si prevedono tempi lunghi per dirimere la questione, perché secondo il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta, il collegio arbitrale non può intervenire fino alla stipula di un nuovo contratto collettivo per i calciatori, e come rileva Garrone, la Sampdoria non può
andare alla magistratura ordinaria. C’è la clausola compromissoria che ce lo impedisce.