A Torino lo chiamavano Brazil, soprannome che gli affibbiò Vladimiro Caminiti, penna magica del giornalismo sportivo e grande intenditore di pallone. Franco Causio però è ricordato da tutti come “il Barone”, per via di quello stile inconfondibile che lo caratterizzava sia in campo che fuori.

Cresciuto calcisticamente nel Lecce, squadra della sua città, trovò la sua grande occasione nella chiamata di Gianni Agnelli alla corte bianconera. Qualche stagione in prestito qua e là per la penisola e poi il rientro a Torino per diventare titolare inamovile in una squadra di grandi campioni.

Le enciclopedie dl calcio lo indicano come l’inventore del ruolo di “ala tornante”, con il compito di attaccare e l’obbligo di difendere all’occorrenza, ed insieme a Bruno Conti è considerato il più forte cursore di fascia della sua epoca.


Sei scudetti, una Coppa Italia ed una Coppa Uefa con la maglia della Juventus in undici anni, prima di essere ceduto (forse troppo frettolosamente) all’Udinese, dove giocherà tre ottime stagioni, avendo anche l’onore di affiancare in attacco Zico. Poi l’Inter per un anno ed il ritorno a Lecce, prima di concludere la carriera nella Triestina.

Un autentico giramondo, capace di farsi amare da qualunque pubblico per le sue sgroppate sulla fascia, i suoi cross pennellati (chiedete informazioni a Bettega in proposito) ed i tiri precisi, che andavano spesso a gonfiare la rete avversaria. 66 gol in seria A e 10 in B: un discreto score per uno che è chiamato soprattutto a rifinire per i compagni!

Molti gli aneddoti legati alla sua carriera, a partire dalla leggenda che lo vuole come ribelle, per via dei capelli lunghi e della pelliccia che amava indossare ai tempi del Palermo. Ma lui ha sempre smentito, ricordando che in quel periodo prestava sevizio militare ed è improbabile che gli lasciavano tenere i capelli lunghi. In quanto alla pelliccia poi, dice di non averne mai posseduta una ed il suo giubbotto preferito era in pelle.

Ma l’episodio più curioso è quello del viaggio in aereo, di ritorno dai Mondiali di Spagna, quando Causio in coppia con Bearzot sfidò a scopone scientifico Pertini e Zoff:

Io feci una furbata: calai il sette, pur avendone uno solo. Pertini lo lasciò passare e Bearzot prese il settebello. Abbiamo vinto così quella partita.

Il Presidente della Repubblica non gradì lo scherzetto, ma in fondo avrebbe dovuto aspettarsi l’ennesima finta del Barone, non credete?

Commenti (2)

  1. salve mi chiamo elios e vorrei contattare con franco causio privatamente
    chi puo farmi chiamare 600395040 con pref. spagna!!
    ho 38 anni lui gia sa’.
    nn e’ uno scherzo !!!ditelo alui se lo conoscete!!
    io nn so come contattare con lui .
    mandatemi un sms.

  2. io sono la cugina e non riesco a contattarlo come si fa dalila

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