All’inizio di ottobre è partito il processo che porterà alla vendita dell’A.S. Roma – ve ne avevamo parlato in questo post.
Della dozzina di investitori che si sono rivelati interessati all’acquisto della squadra, oggi sembra che ne siano rimasti solo quattro: sarebbero Giampaolo Angelucci, Edoardo Longarini, Aabar, il fondo sovrano dell’emiro dell’Abu Dhabi e un gruppo americano. Ho scritto gruppo ma in realtà non si sa se si tratti di persona fisica, fondo o cordata di imprenditori e sembra che sia rappresentata dallo studio Tonucci – anche se gli avvocati che ne fanno parte non hanno mai né confermato né smentito le indiscrezioni.
Il personaggio più folcloristico del quartetto è Edoardo Longarini. Chiamato Al Cafone per i modi spicci e poco signorili, ha guidato l’Ancona nei primi anni Novanta, centrando la serie A e una storica finale di Coppa Italia persa contro la Sampdoria. Il suo ritorno nel mondo del calcio risale al 2005 con l’acquisto della Ternana. Durante la sua presidenza il club è finito di nuovo in C1, ed ha raggiunto al massimo la sesta posizione nell’attuale Prima divisione.
Il termine ultimo per presentare le offerte vincolanti e il piano industriale dovrebbe essere lunedì prossimo. Il giorno successivo è infatti in agenda un consiglio di amministrazione di Unicredit. Uso il condizionale perché la data finale per la presentazione delle domande potrebbe essere spostata di qualche giorno.
Ovviamente si tratta solo di ipotesi perché Unicredit e il suo advisor Rothschild non lasciano trapelare nulla. Si limitano a rilevare che, fino alla scadenza nessun possibile interlocutore può essere considerato escluso. Da fonti finanziarie è trapelato che l’offerta della famiglia Angelucci, assistiti dal consulente Banca Imi, è compresa tra i 120 e i 130 milioni di euro.
Unicredit intende ricavare dalla vendita circa 150 milioni di euro. Se le offerte fossero inferiori, potrebbe scegliere di andare avanti con l’attuale gestione della società per un altro anno.