Inutile nasconderlo, a Napoli si svolge un processo che è prima di tutto mediatico. E questo lo sa benissimo anche l’avvocato di Moggi Maurilio Prioreschi – che non perde l’occasione per commentare quanto succede a Napoli.
Su alcune radio locali è ritornato sulla “madre di tutte le intercettazioni”, ovvero la conversazione telefonica tra Giacinto Facchetti e l’ex-designatore degli arbitri Paolo Bergamo del 26 novembre 2004 – quella per intenderci del “metti Collina“.
Secondo l’avvocato, sapere chi dice Collina è ininfluente. Questa intercettazione
deve essere letta in parallelo con la precedente Facchetti-Mazzei, dove Mazzei comunica gli assistenti, ‘numero 1 e numero 2’ (Ivaldi e Pisacreta), dove Facchetti dice chiaramente ‘Mettiamo il numero 1 degli arbitri: metti Collina’, Mazzei dice: ‘Ma come facciamo? C’è il sorteggio!’ e Facchetti dice: ‘ Ma no, quale sorteggio! Parla con Bergamo”.
E’ tutto vero quello che dice? Nell’intercettazione – ho preso la trascrizione del perito del tribunale Roberto Porto – Mazzei dice a Facchetti:
Sì, numero uno e numero due, cioè penso a questo punto… penso, eh, da quello che… Ivaldi–Pisacreta
.
E Facchetti:
E il numero uno degli arbitri
Pisacreta:
E sì, speriamo che ci caschi… con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi…
Facchetti
Lì non devono fare sorteggi, lì devono…
Mazzei
Eh, e come si fa, Giacinto?
Facchetti
Ma dai
Mazzei
Purtroppo ci vuole fortuna lì perché, ti dico la verità, qui il sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia, dove le possibilità sono più alte e però… pronto?
E cade la linea.
L’altro punto delle dichiarazioni di Prioreschi è la questione delle sim straniere che secondo l’accusa Moggi avrebbe dato agli arbitri amici. Per il suo avvocato
C’è un dato agghiacciante: i carabinieri hanno elaborato centinaia di migliaia di contatti telefonici a mano (…) e le chiamate tra le sim in entrata ed in uscita non corrispondono. Se A chiama B 10 volte, A avrà 10 chiamate in uscita e B 10 in entrata, invece su tutte le sim svizzere abbiamo dati di 10 in uscita e dall’altra parte 100 in entrata oppure 10 in uscita e nessuna in entrata, insomma non corrisponde nulla. E’ una cosa che definire comica e dire poco.
Ma questa è solo una delle tante incongruenze delle indagini. I carabinieri hanno attribuito una delle sim all’arbitro Dattilo, e su questa hanno rilevato un paio di telefonate a numeri italiani. Non si sono premurati di controllare se questi numeri potessero essere collegati in qualche modo all’arbitro.
Una situazione simile ha riguardato l’arbitro Bertini. Gli investigatori non hanno vertificato che l’arbitro si trovasse ad Arezzo quando la sim a lui attribuita accendeva celle aretine.
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