Capello sergente di ferro e l’Inghilterra va

di Redazione 7

Accolto come un Dio, come il salvatore della causa inglese -visto che la nazionale ultimamente ha fatto ridere mezzo mondo, non qualificandosi per gli Europei della prossima estate- Fabio Capello si trova a dover confermare ancora una volta la sua fama di vincente.

Ma nessuno si aspettava che si calasse così tanto nel ruolo di salvatore, da chiamare Mosè sul Sinai per consegnargli le tavole della legge! Perdonatemi la digressione di carattere religioso, non è mia intenzione offendere alcuno, ma il paragone, per quanto “pesante”, ci può stare, visto il primo approccio di Mister Capello con la squadra appena convocata per l’impegno con la Svizzera.

Presentazioni d’obbligo nel ritiro della nazionale e poi subito una serie di regole da seguire, che hanno lasciato sconcertati gli stessi giocatori, già a conoscenza della fama di sergente di ferro del mister, ma che mai si sarebbero aspettati dei divieti e degli obblighi così duri.


Del resto Capello è da poco tempo in terra inglese, ma abbastanza da rendersi conto che da quelle parti sono abituati a concepire il calcio in maniera poco seria (vedi le vicende che hanno coinvolto giocatori di varie squadre in scandali più o meno gravi) e lui non tollera assolutamente che si viva la professione con tanta leggerezza.

Giro di vite dunque, e leggi ferree da seguire alla lettera, se si vogliono difendere i colori dell’Inghilterra sotto la sua guida: chi non ci sta, può anche prendere la via di casa!

Da ora in poi non saranno tollerati ritardi, qualunque sia il motivo: meglio mezz’ora prima che un minuto dopo; niente servizio in camera né Playstation (si gioca solo sul campo, contro squadre reali); uso del cellulare assolutamente vietato negli spogliatoi o a tavola (l’uso è limitato alla propria camera negli orari consentiti); niente calzoncini ed infradito a tavola: si mangia tutti insieme, in abiti eleganti e nessuno può lasciare la sala da pranzo prima dell’allenatore; cena alle 20:00, 45 minuti di svago dopo il pasto (senza uscire dall’albergo) e nanna alle 22:00, senza deroghe; non è ammessa alcuna visita di mogli, fidanzate e procuratori; in pubblico si indossa la divisa della nazionale, così come prima della partita; i giocatori verranno chiamati tutti per cognome.

Questo il decalogo di Capello, che ha anche messo mano al menù della squadra, eliminando alcolci, caffè, burro, cioccolato, prosciutto e bevande gassate, aggiungendo però acqua e frutta fresca a volontà.

Se si vuole far parte della squadra, le regole sono queste e chissà che non possano essere utili per tornare nel calcio che conta a livello internazionale. Funzionerà il metodo Capello? Beh, intanto ha cominciato con un 2-1 alla Svizzera e se il buongiorno si vede dal mattino…

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