Tira una brutta aria in quel di Bari, dove la parola fallimento ancora non si pronuncia, ma ce l’hanno in mente tutti. Che le cose andassero male lo si sapeva già da un po’, all’incirca dal girone di ritorno dello scorso campionato, quando gli stipendi sono stati versati con il contagocce. Ieri scadeva il tempo per versare gli emolumenti del periodo aprile-giugno 2011, e siccome i proprietari della società, la famiglia Matarrese, hanno sempre dichiarato di non avere a disposizione i 9 milioni che servivano per appianare i debiti, due banche, il Gruppo Veneto e la Banca Popolare di Bari, si erano offerte di fornire un prestito. Ma ieri è accaduto l’irreparabile.
Dopo mille peripezie l’amministratore unico Garzelli era riuscito a convincere la banche ed organizzare l’incontro, con l’appuntamento fissato nel pomeriggio. Ma né i Matarrese né i loro rappresentanti si sono presentati. Bastava una firma per le garanzie, ed invece questa non è arrivata. Risultato: due punti di penalizzazione in classifica. Ma non solo.
Se infatti la situazione non migliorerà, e non venissero versati nemmeno gli stipendi e i contributi dei mesi successivi, a metà novembre ci ritroveremo punto e accapo, con la Lega Calcio che si vedrà costretta a penalizzare la squadra di altri due punti, nonché avviare le procedure per la messa in mora. Un vero peccato visto che, con le cessioni dell’ultimo campionato, i soldi per coprire i debiti erano stati trovati.
L’ultimo passo sarà il fallimento. Una possibilità che, seppur ancora lontana, comincia a spaventare. Garzelli ieri, mostrando tutta la sua delusione per come è andata a finire la vicenda, ha dichiarato di voler rimanere a guidare la barca che affonda, facendo appello alla città affinché qualcuno si faccia avanti e rilevi il club dai Matarrese che, per come stanno adesso le cose, non si scomoderebbero più di tanto di fronte alla possibilità che un club con una storia ultracentanaria possa fallire.
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