Serie A, 13° giornata: risultati e commenti

La tredicesima giornata del campionato di serie A, quella del ritorno in campo dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri e la qualificazione della Nazionale agli Europei 2008, non è stata caratterizzata da risultati sorprendenti. Tutte le prime della classe hanno vinto, ad eccezione della Fiorentina, confermando così la netta superiorità rispetto alle altre squadre. Su tutte la Juventus, che con una grande dimostrazione di forza ha umiliato con un perentorio 5-0 il Palermo nel posticipo di ieri sera, ridimensionandone le ambizioni; Zamparini, furibondo, medita sul futuro di Colantuono.

Sabato, negli anticipi, sia la Roma che l’Inter hanno vinto con una rete di scarto. I giallorossi hanno battuto 1-0 il temibile Genoa, in uno stadio Marassi infuocato e gremito purtroppo anche dai (pochi) soliti idioti che hanno fischiato il minuto di silenzio in memoria del giovane italiano ucciso in Afghanistan; a distanza di 7 giorni si è ripetuto Panucci con un goal fotocopia di quello segnato in Nazionale e sempre all’ultimo minuto. L’Inter, invece, ha avuto ragione di una coriacea Atalanta con un sofferto 2-1 e mantiene così tre punti di vantaggio su Roma, Juventus ed Udinese, ma sia nerazzurri che giallorossi hanno una partita da recuperare.

Europei 2008: Inghilterra out, si cerca il nuovo mister

Il nome McLaren in questo periodo è sinonimo di perdente dell’ultimo minuto: dopo le vicissitudini legate alla Formula 1 e la vittoria sfumata all’ultima gara da parte della scuderia anglosassone, ieri un altro McLaren ha fallito l’obiettivo che si era prefisso, ovvero quello di portare la Nazionale Inglese di calcio alla fase finale degli Europei 2008, che si svolgeranno in Austria e Svizzera.

Fatale e clamorosa è stata la sconfitta per 3 a 2 in casa, nel nuovo stadio di Wembley, sotto gli occhi del principe William, contro la già qualificata Croazia; e dire che all’Inghilterra sarebbe bastato un pareggio per qualificarsi.
Dopo il micidiale uno-due croato messo a segno in avvio da Kranjcar al 9′ e Olic al 13′, nella ripresa c’è stata la grande reazione della nazionale di Steve McLaren che ha pareggiato grazie a Lampard (56′) e Crouch (65′). Ma al 77′ Petric ha gelato Wembley con il gol che ha eliminato gli inglesi, anche in virtù del successo della Russia di Hiddink ad Andorra (1-0, al 39′ Sychev), che ha fatto scivolare i britannici al terzo posto.

Adriano vola in Brasile per curare la depressione

All’Inter evidentemente piace coccolare i giocatori incompiuti e così dopo l’addio di Recoba, 10 anni di lauti ingaggi e poche prestazioni memorabili, ecco che il prescelto sembra essere diventato Adriano, attaccante dai mezzi fisici straordinari ma caduto ormai da tempo in una crisi che sembra irreversibile.

Sulla vita privata del calciatore brasiliano si è detto di tutto e di più: alcolizzato, in crisi sentimentale con la fidanzata, playboy incallito, re delle discoteche milanesi e protagonista di piccanti festini, come documentato da foto apparse sui settimanali di gossip alcuni mesi fa. In verità non sarebbe la vita “non da atleta” la causa delle precarie condizioni di Adriano e della sua scarsa forma fisica. La teoria viene smentita dall’imperatore stesso, ormai più spesso in tribuna che in campo; Adriano ha rivelato alla tv brasiliana Rete Globo la causa della sua crisi, che risalirebbe addirittura a tre anni fa: “Sono ancora depresso – ha confessato il nerazzurro – E’ questo che non mi permette di allenarmi e giocare bene. Nella vita tutti attraversano una fase negativa, e la morte di mio padre per me è stato un momento bruttissimo, che mi ha fatto soffrire molto“.

Adesso l’Inter ha voluto concedere al calciatore un’ultima possibilità: un mese e mezzo di riabilitazione in una struttura specialistica a San Paolo, in Brasile, dove Adriano cercherà di recuperare la forma psico-fisica perduta; accanto a lui ci sarà il suo procuratore Gilmar Rinaldi, che lo seguirà passo passo in questo difficile tentativo riabilitativo.

Milan, l’addio di Kakà apre le porte ad Amauri

Non bastavano le sirene spagnole del Real Madrid a non far dormire sonni tranquilli a Galliani ed a tutti i tifosi del Milan. Adesso anche gli ultimi violenti fatti di cronaca, successivi all’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, stanno facendo barcollare Kakà, il quale si è detto non più sicuro di rimanere a giocare in Italia: “E’ triste. Sono stato direttamente vittima di tutto ciò perché i tifosi hanno bloccato l’incontro e noi non abbiamo potuto giocare. E’ stata una triste esperienza“.

Ma la miccia si è accesa alla domanda sulla possibilità di lasciare l’Italia, alla quale Kaka’ ha risposto così: “Non e’ che io voglia di cambiare club, perché sono felice al Milan, ma vedendo quello che sta accadendo, mi chiedo se ne vale la pena”.

La domanda che si pone il prossimo Pallone d’Oro è lecita e comprensibile, anche se non tutti la pensano allo stesso modo; c’è chi, come Christian Panucci, noto per non avere mai peli sulla lingua, vede nelle dichiarazioni di Kakà più un pretesto per una decisione forse già presa da tempo: “Fanno tutti i moralisti ma bisogna smetterla, basta pagarli i campioni e vedrete che finché sarà così questi verranno sempre a giocare in Italia, davanti ai soldi tutti cambiano.

Scozia-Italia, Glasgow val bene un pareggio

Una partita che vale un anno e mezzo di lavoro. Sabato prossimo contro la Scozia, all’ Hampden Park di Glasgow, si deciderà forse il destino della Nazionale Italiana di calcio e con esso anche quello del suo commissario tecnico. All’Italia basterebbe un punto per garantirsi la qualificazione all’Europeo, dando per scontata la vittoria mercoledì con le isole Far Oer, ma Donadoni non vuole sentir parlare di pareggio: “E’ impossibile programmare un risultato, ancorché di comodo: in venticinque anni di calcio non sono mai sceso in campo per pareggiare e neppure la Scozia cerca un pareggio, quindi troveremo pane per i nostri denti. In Scozia l’Italia non ha mai vinto, ma quello è il passato: questa nazionale andrà a Glasgow per giocarsela, e vincere“. Già, la storia non è dalla nostra parte: nei precedenti tre incontri in terra scozzese abbiamo rimediato solo due pareggi ed una sconfitta.

Il ct scozzese Alex McLeish sembra avere le idee molto chiare: “Sappiamo che di fronte avremo i campioni del mondo, così come sappiamo che loro hanno già affrontato diverse volte situazioni del genere e che quindi sapranno come gestire il tutto mentalmente“.
L’atmosfera di Glasgow sarà sicuramente infuocata
, in Scozia la febbre per il match è altissima e McLeish si aspetta molto dai propri giocatori e dal pubblico: “Sarà una normale partita di calcio, undici contro undici e sono sicuro che i ragazzi italiani sono esseri umani come tutti gli altri. Sono anche certo che se riusciremo a stravolgerli, la partita diventerà interessante. Il fattore paura sarà determinante perchè c’è’ molta pressione su di loro, hanno addosso l’aspettativa di tutta la nazione e scenderanno in campo sapendo che noi non avremo niente da perdere. In questo girone ci hanno già battuto, ma ad Hampden abbiamo un eccellente ruolino di marcia e vogliamo un’altra vittoria: per noi questo stadio è una fortezza“. Una fortezza nella quale i nostri avversari, fino ad oggi, hanno ottenuto cinque vittorie su altrettante partite.

Calciomercato, novità e colpi per gennaio

Il calciomercato è una di quelle attività che non va mai in vacanza e adesso in particolare, con l’avvicinarsi della riapertura del mercato a gennaio, impazzano le contrattazioni.

Attiva come sempre l’Inter, alle prese con la grana dell’ ex imperatore Adriano: il brasiliano sembra in procinto di lasciare i nerazzurri per accasarsi alla corte di Eriksson nel Manchester City, grazie ad uno scambio di prestiti con l’ex bomber della Reggina Rolando Bianchi, anche se il tecnico svedese non pare pienamente convinto. La squadra di Mancini sarebbe inoltre pronta ad offrire 15 milioni per Rosicky dell’Arsenal, rinforzando così un centrocampo orfano al momento degli acciaccati Vieira, Stankovic e Figo. Alcune voci parlano anche di un interessamento per il russo Izmailov, 25 anni, in forza allo Sporting Lisbona ed ammirato in Champions League contro la Roma, sulle cui tracce pare essere anche la Sampdoria.

A proposito di Roma, la Italpetroli ha smentito con un comunicato ufficiale le voci di una vendita della società ad una cordata di imprenditori americani; i giallorossi stanno seguendo a fari spenti l’attacante francese Hoarau ed intanto si godono l’esplosione di Cerci in prestito al Pisa. Restando nella capitale, ancora con provenienza Manchester City, si parla dell’arrivo dell’attaccante Samaras alla Lazio, sempre alle prese con il problema del rinnovo contrattuale di Rocchi.

Gabriele Sandri, ultima vittima innocente di un calcio malato

E’ sempre difficile commentare un tragico fatto di cronaca come quello avvenuto ieri cercando di essere completamente obiettivi.
La morte di Gabriele Sandri, tifoso laziale, ucciso con un colpo di pistola da un poliziotto della Polstrada in una situazione ancora da chiarire, ha fatto nuovamente sprofondare il mondo del calcio nel caos, a soli 9 mesi di distanza dall’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti durante gli scontri tra tifosi del Catania e del Palermo.
Cosa significa questo? Forse che tutte le misure ed i provvedimenti presi finora dai governi per arginare il fenomeno ultras si sono rivelati dei palliativi?

L’unica certezza che oggi abbiamo è la forte idiosincrasia di buona parte delle tifoserie verso le forze dell’ordine, in un crescendo di violenze che, francamente, mette paura. Vedere coalizzarsi insieme tifoserie storicamente avverse per andare contro Polizia, Carabinieri o i media è un segnale che deve far riflettere attentamente.
L’impressione è che la morte di questo povero ragazzo sia solo un pretesto per sfogare la propria rabbia contro il sistema Stato, rappresentato dagli agenti, in un periodo in cui il malcontento verso le istituzioni ha toccato il livello più alto degli ultimi anni.

Joseph Blatter: “Troppi calciatori stranieri”. Fine di un’ identità nazionale?

Alla fine, anche Joseph Blatter lo ha dovuto ammettere: “Serve un limite agli stranieri“.

Dopo aver assistito all’ultima partita tra Juventus ed Inter (nelle cui fila non vi era alcun giocatore italiano e solo 3 comunitari), il n.1 della Fifa si è finalmente convinto che sono necessarie nuove regole per ridare spazio ai calciatori locali, limitando il numero di stranieri per squadra ad un massimo di 5.

Questa invasione di calciatori, prelevati a basso costo dai 5 continenti su segnalazione di sedicenti talent-scout, sicuramente non ha giovato alla crescita ed alla maturazione calcistica dei nostri giovani provenienti dai vivai; infatti, spesso e malvolentieri, questi ultimi sono stati “parcheggiati” in categorie inferiori per far spazio a presunti fenomeni dal nome impronunciabile.