Giacomo Losi: “er core de Roma” superato solo da Totti

1 marzo 2008: allo stadio Olimpico di Roma va in scena la storia. Due miti che si abbracciano e si complimentano, due calciatori che hanno fatto la storia della Roma di ieri e di oggi.

386 presenze con la maglia giallorossa per Giacomo Losi, una in più per Francesco Totti, che proprio ieri contro il Parma ha battuto quel record che durava da ben 39 anni. Prima della gara, passaggio di consegne tra i due, con Losi che ha ricevuto la maglia numero 5 incorniciata, tra gli applausi del pubblico presente sugli spalti.

“Gia-co-mi-no”, l’urlo dei pochi presenti, che hanno fatto sentire il proprio affetto e la propria riconoscenza al campione degli anni ’60, che tanto ha dato alla causa giallorossa.

Fantacalcio: negli anticipi emerge il solito Totti, ma niente di più

Gli anticipi della 26^ giornata, almeno sulla carta, non ci hanno fornito sorprese. Si sapeva che la Roma in casa con il Parma non ha mai faticato tanto, visti i precedenti (3-0 negli ultimi tre scontri all’Olimpico, e numerosi gol a favore dei giallorossi nelle sfide al Tardini), mentre si sapeva che il Milan potesse far fatica contro una Lazio con l’acqua alla gola, e così è stato, come ha dimostrato l’1-1 di ieri.

Ma prescindendo dalla carta in effetti le cose non sarebbero dovute andare così. La Roma ha dimostrato di non pensare troppo al Real, forse anche aiutata dalla scarsa attenzione dei gialloblù, che le hanno regalato 3 dei 4 gol della serata. Mentre per quanto riguarda il Milan, vista la formazione reinventata da Ancelotti, ci saremmo aspettati che uscisse senza punti dalla sfida con la Lazio, più o meno con tutti gli effettivi disponibili.

ClubGalactico.com compra una squadra

Internauti calciofili di tutta Italia aprite bene le orecchie e seguite le istruzioni, perché da oggi anche voi potrete avere la possibilità di possedere e gestire una squadra di calcio, sborsando solo qualche decina di euro.

Ne avevamo già parlato tempo fa, facendo riferimento all’iniziativa di un inglese, che soffriva nel vedere la propria squadra afflitta da problemi di bilancio e pensò di lanciare una curiosa iniziativa per salvare il club dal fallimento. Ora torniamo sul discorso per parlare di un sogno divenuto realtà in Spagna, dove la community ClubGalactico.com, nata da un’dea dell’italiano Giorgio Frantini, è riuscita a raccimolare abbastanza soldi per acquistare una squadra di calcio.

La scelta è caduta sul Pegaso di Tres Cantos, che milita nel Grupo 1 de la Comunidad de Madrid in Regional, quarta divisione spagnola, ma è ben lanciata verso la promozione, in virtù dei suoi 59 punti in classifica (19 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta).

Salvezza lontana per il Cagliari, il giudice gli toglie 3 punti

Nuovi guai in casa Cagliari. Dopo il caso Foggia, che destabilizzò qualche mese fa l’ambiente rossoblù, e che contribuì a far precipitare i sardi in ultima posizione, ecco una nuova tegola.
La Commissione Disciplinare della Federcalcio ha deciso in un’assemblea la penalizzazione di 3 punti per il Cagliari. L’accusa è rivolta verso il presidente Cellino, reo di aver violato la clausola compromissoria.

L’articolo 27 dello statuto della Figc, detto anche “clausola compromissoria”, prevede che nel momento in cui ci sia un’inchiesta interna alla Federazione per valutare i comportamenti o le dichiarazioni di un tesserato, la giustizia ordinaria deve rimanere fuori dalle indagini. Nel momento in cui uno dei personaggi coinvolti decide di far intervenire la giustizia ordinaria, potranno essere presi dei provvedimenti nei suoi confronti.

Fantacalcio, 26^: si pesca tra le riserve

20 squadre incerottate si apprestano a regalarci la 26esima giornata di campionato, la terza in una settimana. La palma della sfortuna va all’Inter, che oltre ai lungodegenti Samuel e Cordoba, dovrà fare a meno anche di Maxwell (infortunato) e Burdisso (squalificato). Per sua fortuna la rosa dell’Inter comprende tre squadre da serie A, e i sostituti non faranno rimpiangere i titolari.

Il vero problema per l’Inter sarà l’attacco. Assenti ancora per infortuni vari Ibra e Cruz, ci si dovrà affidare a Crespo come unica certezza, e probabilmente ad un Suazo non al meglio. Sempre che Mancini non decida di inserire Balotelli a sorpresa contro una delle difese più battute d’Italia, oppure giocare con una sola punta.
Contro però troverà un Napoli che non se la passa tanto meglio. 3 titolari saranno fuori per infortunio e probabilmente esordirà dal primo minuto Grava.

Europei 2008: Gruppo A

Inauguriamo oggi una nuova rubrica, che ci accompagnerà settimanalmente fino agli Europei della prossima estate. Qui potrete trovare notizie, curiosità, informazioni e formazioni, di tutto un po’, per avere un quadro completo della manifestazione calcistica continentale più importante.

Cominciamo a parlare dei vari gironi ed oggi, in particolare, ci occuperemo del Gruppo A, che vedrà misurarsi Svizzera, Portogallo, Turchia e Repubblica Ceca. A giudicare dai risultati ottentuti durante le qualificazioni, semberebbe favorita di gran lunga la Repubblica Ceca, unica ad aver raggiunto l’obiettivo con largo anticipo, subendo una sola sconfitta da parte della Germania.

Ma andiamo per ordine ed analizziamo le varie formazioni che compongono il girone. La Svizzera è qualificata di diritto, essendo, insieme all’Austria, paese ospitante. Per i rossocrociati, quindi, solo amichevoli negli ultimi due anni e la curiosità sta proprio nel vedere la squadra impegnata in partite ufficiali. Può contare su un gruppo giovane e compatto, cresciuto sotto la guida di Kobi Kuhn, che negli anni ha cercato di svecchiare il gruppo, puntando sui Campioni d’Europa Under 17 del 2002. Il leader è sicuramente Alexander Frei, bomber di professione, che, in 56 partite con la nazionale, è andato in gol per 32 volte. Se troverà la collaborazione di Tranquillo Barnetta, siamo certi che riuscirà a farsi valere tra le maglie delle difese avversarie.

Adriano fa di nuovo i capricci

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”: quante volte lo abbiamo sentito dire? Mai però come nel caso di Adriano il proverbio sembrò più azzeccato. Ed ora basta con le giustificazioni e le difese a spada tratta, perché l’ex fenomeno brasiliano ha veramente superato il limite.

L’ultima bravata in ordine di tempo risale ad un paio di giorni fa, quando si è presentato all’allenamento con mezz’ora di ritardo, per poi dirigersi direttamente verso il centro di riabilitazione del club, dimostrando poco rispetto per i compagni che stavano sudando sul campo e per l’allenatore che cercava di impartire lezioni di tattica.

Come se non bastasse, ha deciso di andar via prima dell’orario stabilito, senza chiedere autorizzazione alcuna, trovando poi il tempo di mettersi a litigare con un fotografo, che cercava di immortalarlo.

Bundesliga: solo 1-1 per il Bayern, ma è sufficiente per la volata

Se la classifica si potesse rovesciare, l’ultima giornata di Bundesliga avrebbe avuto più senso.
Caso più unico che raro a livello europeo, a parte i pareggi, ogni vittoria che c’è stata, è stata conquistata dalla squadra sfavorita, almeno guardando la classifica.
Questa occasione è vista bene dagli amanti del calcio che prediligono l’incertezza alla marcia solitaria di alcune squadre, e al momento il campionato tedesco dà questa opportunità.

Al primo posto, ovviamente troviamo il Bayern Monaco, che nonostante il suo attacco stellare non va oltre l’1-1 con l’Amburgo. Certo, gli avversari non erano di primo pelo, dato che sono in piena lotta per la Champions, ma da un attacco con Toni, Podolski e Klose ci si sarebbe aspettato di più, anche perchè a salvare la faccia a Klinsmann ci ha pensato Ze Roberto, un difensore.
Quando poi hai in squadra uno scriteriato come Van Bommel che si fa ammonire per aver applaudito ironicamente l’arbitro per avergli fischiato un fallo inesistente, e poi si becca la seconda ammonizione nonappena il direttore di gara si gira, per avergli fatto il gesto dell’ombrello, si capisce che forse tutta questa serenità in casa Bayern non c’è, e che forse la forza della rosa rimane solo sulla carta.

Lo Stadio Olimpico è la storia dello sport

L’Olimpico non è soltanto uno stadio, ma è la storia dello sport italiano

parola di Gianni Petrucci, presidente del Coni, che in una frase sintetizza la grandezza di uno degli stadi più importanti e maestosi d’Europa. E’ lo stadio di Lazio e Roma, che qui giocano le proprie partite casalinghe, ma non è gestito direttamente dalle due società, essendo di proprietà del Coni. E non solo calcio in questo impianto, che nel corso degli anni ha potuto ospitare anche manifestazioni internazionali di atletica leggera, a partire dalle Olimpiadi del 1960, e numerosi concerti di artisti di prima grandezza nel panorama musicale (Zero, Baglioni, Vasco Rossi,David Bowie, Madonna, Rolling Stones).

La sua costruzione iniziò nel 1928, all’interno del complesso sportivo del Foro Italico, ma vide la luce solo quattro anni più tardi, prendendo il nome di Stadio dei Cipressi. All’inizio non vi era presena di opere in muratura e si cercò di sfruttare un invaso presente in quella zona, dotandolo di tribune ricavate da terrazze erbose.

25^: vincono le seconde linee

Di solito nei turni infrasettimanali si crede che la squadra favorita sia sempre una big, o per l’abitudine a giocare ogni tre giorni, oppure grazie alla rosa che di solito è molto più ampia delle provinciali e quindi può permettere un miglior turn over.
La 25^ giornata di campionato ha smentito questa credenza, e ha invece consegnato alle Fantasquadre più bistrattate una giornata di trionfi.

Infatti, a parte Totti, 10/11 di formazione ideale è formata da giocatori provenienti da squadre che militano tra la metà classifica e la zona bassa. Saranno contenti coloro che non possono schierare i geni del calcio come Kakà e Ibrahimovic, perchè per una volta investendo poco hanno ottenuto il massimo. Ma andiamo ad analizzare le pagelle dell’ultima giornata.

Rigore c’è quando arbitro fischia: le frasi celebri di Boskov&Co.

Avrebbe potuto riscrivere il regolamento a modo suo Vujadin Boskov, che nel corso degli anni passati in Italia ad allenare ci ha regalato delle vere e proprie chicche linguistiche durante le numerose interviste. Ovvietà, questo erano le sue parole, ma dette da lui riuscivano sempre a strappare un sorriso ed alcune sono riportate ancora adesso nella letteratura sportiva.

Ma di calcio ne capiva il buon Vujadin e prima d ogni altro era riuscito a rendersi conto che “per vincere una partita bisogna fare più gol” e “per fare gol bisogna tirare in porta”, dopodiché “se vinciamo siamo vincitori e se perdiamo siamo perditori”: lapalissiano, ma quanti ci avrebbero pensato?

Grande Boskov, non solo impareggiabile nel riconoscere le qualità dei calciatori “se sciolgo mio cane, lui gioca meglio di Perdomo”, ma anche esperto di tendenze, perché lui sapeva che “gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio”. E se ne potrebbero citare a decine di frasi simili, ma non togliamo spazio a chi scalpita per entrare nelle lista.

Ligue 1: il Bordeaux molla e il Lione prova a scappare

Riprende il tentativo di fuga del Lione. Dopo 6 anni di noia nel campionato francese, si rivede un pò di incertezza per la vittoria dello scudetto. A dir la verità questo distacco era già piuttosto preannunciato, dato che il -1 della scorsa settimana sembrava più un’utopia da mantenere, che realtà.

Il Lione svolge al meglio il suo “allenamento” in casa contro l’ultima in classifica Metz, che oramai alza bandiera bianca al campionato (18 punti dalla salvezza sono davvero tanti). E’ vero che affrontava la capolista, ma dati i numerosi impegni dell’Olympique Lyonnaise (Lille, Manchester in coppa e Bordeaux in una settimana), si poteva perlomeno tentare di fare il colpaccio, date le numerose assenze.
Ma per vincere la partita è bastato un frustrato Fred, alla sua terza partita da titolare, un pò poco per un nazionale verdeoro, che già dopo 10 minuti mette tutti a tacere. 2-0 il risultato finale, che non lascia capire se il Metz ha almeno provato a giocarsela, oppure è stato il Lione che non ha voluto infierire su un avversario evidentemente di categoria inferiore.

25^: ritorna Totti, ma il migliore è Doni

Nella giornata in cui mezza serie A era in difficoltà, vuoi per le tante assenze, o per la poca attitudine a giocare ogni tre giorni, l’unica squadra che può sorridere è l’Atalanta, e nello specifico il rinato capitan Doni.

Dopo i guai fisici, la squalifica e il calo di forma, è tornato il fantasista bergamasco, e con lui anche i gol. I risultati dei nerazzurri erano andati un pò calando ultimamente, e le vittorie si potevano raggiungere solo con gran difficoltà. Con il rientro del capitano, invece, è sembrato tutto fin troppo facile contro una delle squadre più in forma del campionato, ma orfana di tutto il suo attacco titolare per infortuni vari.
Fatto sta che, come si sarà capito, è lui il migliore di giornata, Cristiano Doni, unico a segnare una doppietta in questa giornata, e che gol!

Bruce Grobbelaar: il numero 1 dei clown

I più non si ricorderanno di lui, ma di certo per i tifosi romanisti quello di Bruce Grobbelaar è un nome che difficilmente può essere cancellato dalla memoria. Era il 1984 e la Roma si giocava contro il Liverpool la finale di Coppa dei Campioni, prima ed unica volta nella sua storia. Dopo i 90 minuti e i tempi supplementari il risultato era fermo sull’1-1 e si rendevano necessari quindi i calci di rigore.

Primo tiro affidato a Nicol che manda alto. L’Olimpico è in festa e comincia a pregustare il sapore della vittoria, ma è qui che entra in scena il bizzaro portiere del Liverpool. Mentre si avvicinava alla porta, le telecamere inquadrarono l’occhio strizzato ai fotografi, mordendo le corde della rete che doveva difendere. Poi giratosi verso il terreno di gioco, cominciò a danzare sulla linea di porta, nonostante la regola dica che il portiere deve restare immobile fino al tiro.

Un atteggiamento che non trasse in inganno Righetti ed il compianto Di Bartolomei, ma che disturbò non poco Bruno Conti, che tirò alto, e Francesco Graziani, che si fece parare il tiro. Il Liverpool vinse la sua quarta Coppa, mentre alla Roma non restava che recriminare per il balletto del numero 1.