Quando le partite non hanno molto da dire, risultati a parte, è normale che le polemiche si concentrino non sulle prestazioni dei giocatori ma sugli errori, o meglio sulle scelte fatte dal direttore di gara e dai suoi assistenti che – bisogna sempre ricordarlo – sono degli uomini come tutti gli altri 22 in campo. Nell’ultima giornata di campionato prima delle vacanze, l’arbitraggio è tutto da discutere.
Lo dice anche la Gazzetta dello Sport: per gli arbitri questo fine settimana di calcio è stato nero. Praticamente per errori e sviste arbitrali sembra manchino all’appello ben 4 rigori. È stato però assegnato un tiro dal dischetto che non c’era per un intervento di Munoz su Denis in Atalanta-Palermo. Tutti possono sbagliare. Gli arbitri no, questo è il succo delle polemiche.
Sembra che i peggiori in campo siano stati i giudici di porta e l’unico ad essere promosso è Tagliavento che ha diretto l’incontro tra Inter e Lazio finito in pareggio con 2 reti per ciascun club. Tagliamento non è che abbia arbitrato bene, dicono i commentatori, ma rispetto ai suoi colleghi non ha commesso errori importanti. Peccato che sia stato assistito, dicono, da Passeri che invece ha segnalato un fuorigioco inesistente fermando Parolo praticamente lanciato in campo.
Un’altra gara discutibile è stata Atalanta-Palermo diretta da Orsato che ha dato un rigore inesistente per un contatto tra Munoz e Denis che era molto più simile ad una simulazione che ad uno sgambetto. Il tecnico del Palermo ha rimediato un’espulsione per proteste ed è stato perfino ammonito Bianchi che ha segnato dopo il fischio dell’arbitro.
Eppure sembra che il peggiore sia stato Gervasoni di Mantova che ha diretto il derby Verona-Chievo (0-1) perchè il goal della vittoria è stato di Paloschi in fuorigioco di almeno un metro. Una svista pesante sulla quale non transige Mandorlini che dichiara:
Non è stata una bella partita ma era difficile giocare su un campo veramente infame. È stata una gara molto combattuta, agonistica, decisa da un episodio determinato né dal Chievo né dal Verona, ma da un errore grosso come una casa dell’assistente. Non è merito del Chievo, ma di qualcuno che ha voluto rendere la partita difficile per noi. Il pari era il risultato giusto.