Giocare una volta ogni 3 giorni non fa bene ai calciatori, ma fa ancora peggio agli arbitri. Se nelle precedenti due giornate i fischietti si erano comportati bene, in questa sono stati a dir poco disastrosi. Bene solo nei due anticipi e nel posticipo, ma nelle gare della domenica pomeriggio hanno falsato tutti i risultati.
Il più clamoroso è il furto che ha subìto il Catania. In pieno recupero viene assegnato un calcio d’angolo che vede solo il guardalinee, visto che Andujar prende il pallone ampiamente in campo, e da lì nasce la rete del pareggio di De Rossi. Conseguente espulsione ingiusta per Delvecchio per proteste.
Errori bi-partisan invece effettuati in Juventus-Bologna e Parma-Cagliari, in cui ci sono un rigore a testa negato. Ma se nella prima gara è evidente che avrebbero cambiato il risultato, nella seconda lo è un po’ meno. Il Cagliari vince alla fine 0-2, ma se sullo 0-0 Tommasi avesse dato il rigore su Biabiany, la gara sarebbe andata diversamente. Come sarebbe andata diversamente anche Udinese-Genoa, che finisce pure 2-0, ma sullo 0-0 il fallo di mani di Domizzi è dentro l’area, non fuori come lo giudica Trefoloni.
Errori a senso unico invece in Napoli-Siena, dove il primo gol del Napoli andava annullato per evidente spinta di Datolo su Vergassola, e poi per un rigore negato al Siena nel finale su Paolucci. Errori decisivi anche in Chievo-Atalanta, con un rigore negato al Chievo sullo 0-0, e in Lazio-Palermo, con un rigore che manca alla Lazio. La classe arbitrale italiana ritorna nel caos.