In 7 partite su 10 gli arbitri sono stati da 10 e lode o quasi. Difficilissima Juventus-Inter, tenuta molto bene da Valeri che sbaglia solo a non ammonire Cordoba per una trattenuta su Toni, e ci sono dubbi per un rigore su Matri che nemmeno alla moviola sembra chiarissimo; altre partite sono state complicate ma le decisioni arbitrali corrette, come in Bari-Genoa o in Cesena-Udinese, mentre ci sono due risultati falsati ed una partita, Roma-Napoli, in cui l’arbitro ha combinato un disastro dopo l’altro.
Cominciamo da qui. I due sputi reciproci tra Rosi e Lavezzi non sono stati sanzionati perché non visti (qui la colpa è degli assistenti), ma sicuramente arriverà la prova televisiva. Dove sbaglia Bergonzi è a non ammonire Dossena (sarebbe stato il secondo giallo) per un fallaccio su Taddei. Ci trovavamo ancora nel primo tempo, e la gara sarebbe andata diversamente. Nella ripresa però il numero dei giocatori sarebbe potuto tornare in parità perché un fallo di mano di Rosi non è stato sanzionato a dovere (anche qui ci sarebbe la seconda ammonizione), mentre nel finale poteva essere mostrato il rosso anche a De Rossi. L’unico pezzo di bravura accade sul calcio di rigore, quando Bergonzi si accorge che il tiro di Cavani ha oltrepassato la linea, ed è tornato in campo, assegnando il gol regolarmente.
I due risultati falsati sono Brescia-Lazio e Catania-Lecce. Nel primo caso manca un rigore solare per fallo di mano di Lichtsteiner sullo 0-0, ed un secondo rigore per un fallo di Sculli che travolge Eder in area sul punteggio di 0-1. Probabilmente con un arbitraggio più corretto il Brescia avrebbe vinto o almeno pareggiato la partita. L’altro risultato che non va è Catania-Lecce, in cui il signor Romeo assegna, a pochi minuti dalla fine e sul risultato di 2-2, la punizione decisiva che poi Lodi trasformerà nel gol-vittoria. Ma la punizione non c’è visto che Maxi Lopez cade platealmente da solo.