A livello di club, nessun allenatore italiano ha vinto quanto lui ed è perfettamente inutile star qui ad elencare gli innumerevoli trofei che da tanti anni prendono polvere sulla sua bacheca. Ma Giovanni Trapattoni sembra non avere feeling con le panchine delle nazionali, visto che ogni volta che ha tentato l’avventura di ct, si è dovuto arrendere ad episodi sfavorevoli, quasi mai attribuibili alla sua capacità di allenatore.
Correva l’anno 2002 quando la nazionale azzurra cercava fortuna nel mondiale nippo-coreano. Ma la sorte volle che il buon Giuan si ritrovasse di fronte ai padroni di casa della Corea, favoriti vergognosamente dall’arbitro Moreno. Due anni più tardi, sempre con il Trap in panchina, fu “il biscotto scandinavo” ad estrometterci dall’Europeo, anche se gli azzurri non furono esenti da colpe.
E siccome non c’è due senza tre, ci mancava la ciliegina sulla torta, arrivata ieri sera con il mani di Henry che ha impedito alla sua Irlanda di guadagnare il passaporto per il Mondiale sudafricano. La maledizione-nazionale continua per il Trap, destinato forse a tornare sulla panca di un club per ritrovare il gusto dell’esultanza.