L’Italia di Ventura soffre e convince. In campo e fuori dal campo sembra essere arrivato il momento di dare fiducia ai giocatori migliori in circolazione. Secondo il direttore del Corriere dello Sport, si tratta soltanto di mettere in campo le persone giuste al momento giusto.
La prima mezz’ora della partita con la Macedonia è stata un vero flipper, dice il direttore e questo rimpallo continuo ha finito per favorire una selezione molto meno forte degli azzurri. Ventura però ha dimostrato di imparare rapidamente dagli errori e anche se ha sbagliato la prima formazione in campo, è riuscito subito dopo a dare la solidità che mancava al centrocampo, offrendo il supporto giusto alle punte.
Verratti non è adatto al centrocampo in cui gli affiancano Bonaventura e Bernardeschi. Molto meglio avere Parolo lì nel mezzo. E in attacco, il tridente formato da Candreva, Belotti e Immobile è stato decisivo. In realtà ad essere decisivo è stato Immobile. L’attaccante napoletano si è tenuto largo e si accentrato al momento giusto, ha sfruttato i passaggi in profondità, ha tirato di destro e di sinistro con grande precisione dimostrando di saper giocare anche di testa. Questa partita servirà anche per ripensare la squadra. L’ottimo risultato deve essere un incentivo. Ecco pertanto come conclude il direttore del Corriere dello sport:
Con la Spagna che ha vinto in Albania, ci siamo ripresi il primo posto accanto a Iniesta e compagni. Ma oltre a conquistare il Mondiale, bisogna nel frattempo cominciare a costruire una squadra. O meglio una Squadra. Mettendo semplicemente gli uomini giusti al posto giusto, aspettando magari che le cose si risolvano in maniera quasi spontanea. Perché, ricordiamolo, l’Italia e Ventura stanno per riabbracciare Claudio Marchisio, uno su cui costruire. O, come è sembrato nel cuore della partita con la Macedonia, addirittura ricostruire.