Dopo 15 giorni di spettacolo ed emozioni, siamo finalmente arrivati all’ultimo capitolo della Confederations Cup 2013. Brasile e Spagna si giocheranno il gradino più alto del podio, in attesa dell’evento ben più importante del prossimo anni, quando in terra brasiliana andranno in scena il Mondiali di calcio.
I precedenti di Brasile – Spagna
Brasile e Spagna, due delle potenze del calcio mondiale, si sono incontrate solo otto volte nella loro storia e solo cinque in gare ufficiali. Il bilancio è nettamente a favore dei verdeoro, che si sono imposti in quattro occasioni, lasciando esultare gli avversari solo due volte (due ovviamente i pareggi). Larghissima la vittoria del Brasile nel 1950, con un 6-1 nel girone eliminatorio, prima che i padroni di casa venissero umiliati dall’Uruguay in quello che è passato alla storia come il Disastro del Maracanà. Nel 1986 i brasiliani di imposero invece per 1-0 e da allora le due squadre non si sono più incontrate.
Le stelle del Brasile
I padroni di casa possono contare sul talento di Neymar, stella della kermesse e autore di gol di pregevole fattura. Ma la compagine brasiliana è un vero contenitore di stelle, da Thiago Silva a Dani Alves, da Hernanes ad Hulk, da Fred a David Luiz.
Le stelle della Spagna
Come lasciar fuori qualcuno in una squadra che ha vinto gli ultimi due Europei e l’ultima Coppa del Mondo? Xavi ed Iniesta su tutti, senza dimenticare Fernando Torres, Casillas, Villa, Fabregas, Jordi Alba… Un’invincibile armata capace di incantare con possesso di palla e fiammate improvvise dei suoi migliori talenti.
Lo stadio
La finalissima della Confederations Cup si giocherà nel mitico Maracanà di Rio de Janeiro, costruito nel 1950 e recentemente ristrutturato. Può contenere fino a 77mila spettatori, anche se in passato è arrivato ad ospitarne fino a 200mila.
Il pronostico di Brasile – Spagna
Le quote sono abbastanza equilibrate, trattandosi di una finalissima e del confronto tra due squadre blasonate. Il Brasile può contare sul fattore campo, mentre la Spagna ha dalla sua la voglia di mettere in bacheca il quarto trofeo consecutivo.
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