Chi ha paura delle squadre italiane? Alla luce dei risultati delle ultime due settimane sia in Champions che in Coppa Uefa, si può tranquillamente affermare che non siamo più lo spauracchio d’Europa. In totale abbiamo rimediato tre pareggi e ben quattro sconfitte, uscendo notevolmente ridimensionati nelle ambizioni di gloria.
Nulla di compromesso o di irrimediabile, ma è chiaro che occorre cambiare mentalità, se si vuole arrivare fino in fondo. Della Champions parleremo a tempo debito. Per ora c’è da pensare alle quattro italiane impegnate nella competizione di minor prestigio, seppure fortemente rivalutata da chi è rimasto senza altri obiettivi da raggiungere.
Il compito più agevole sembra essere quello di Milan e Udinese, tornate a casa dalle rispettive trasferte con pareggi pesanti. Vero è che entrambe avrebbero potuto ottenere di più contro Werder Brema e Lech Poznan, essendo state in vantaggio per gran parte delle gare (l’Udinese addirittura di due gol), ma alla fine della fiera l’1-1 ed il 2-2 fanno sperare in una qualificazione piuttosto agevole.
Discorso diverso per Sampdoria e Fiorentina, entrambe costrette a rimontare l’1-0 subito nella gara di andata. I blucerchiati dovranno giocarsi la qualificazione in terra ucraina, cercando di dimostrare di essere una squadra ben diversa da quella “ammirata” al Ferraris una settimana fa.
L’impresa diventa ancor più ardua se si considera che Mazzarri proporrà la Samp 2, lasciando a riposo Cassano e Palombo, in vista della gara di domenica contro il Milan. Missione impossibile? Beh, nel calcio non si può mai dire, ma è chiaro che a questo punto l’obiettivo è quello di salvare il salvabile in campionato, tentando magari di fare un ulteriore passo avanti in Coppa Italia (mercoledì contro l’Inter).
Qualificazione complicata anche per la Fiorentina, impegnata questa sera sul campo dell’Ajax, dopo la sconfitta di misura nella gara di andata. Prandelli crede nel colpaccio e presenta la migliore formazione possibile, con Mutu e Gilardino a guidare un attacco che crea molto e concretizza poco.
Siamo arrivati al dunque e speriamo domani di poter tornare a parlare di un’Italia che fa paura.