Il derby d’Europa non è cominciato nel migliore dei modi per le squadre italiane scese in campo nella serata di ieri. A voler trovare il lato positivo della faccenda, si potrebbe dire che la Roma ha fatto quanto ha potuto contro un Arsenal arrembante, limitando al minimo i danni, in attesa della gara di ritorno, mentre l’Inter può sorridere del fatto di non aver subito gol in casa (meglio uno 0-0 che un 1-1, ad esempio).
Fatto sta che il bilancio al momento è in favore delle compagini inglesi e stasera toccherà alla Juventus l’arduo compito di risollevare le sorti del calcio italiano, cercando di confermare in quel di Londra le ottime prestazioni esibite nella fase a gironi.
Di fronte si ritroverà un Chelsea col dente avvelenato, che ancora non ha digerito la sconfitta nella finale dello scorso anno, quando capitan Terry scivolò al momento del rgore decisivo. Ma anche la Juve ha mille ed un motivo per caricarsi, primo fra tutti un digiuno di successi in campo internazionale che ormai dura da secoli.
Con le squadre inglesi, poi, i bianconeri hanno un conto aperto, visto che l’ultima vittoria in sfide di andata e ritorno risale al lontano 1984. E un conto aperto ce l’ha pure mister Ranieri, silurato da Abramovich cinque anni fa, dopo la delusione per la mancata qualificazione alla finale di Champions. Sembra passata una vita da allora, ma il tecnico romano non dimentica. Non dimentica il trattamento ricevuto, ma neppure il calore dei tifosi, che nell’ultima apparizione alla Stamford Bridge gli riservarono una vera ovazione:
Fu molto bello perché nessuno sapeva, ma tutti sapevano. Quel saluto fu una cosa meravigliosa, che resterà nella mia memoria.
Ha lasciato buoni ricordi da quelle parti ed ora si gode i ringraziamenti di chi è cresciuto sotto la sua ala proettiva, diventando uno dei più forti centrocampisti della Premier (vedi Lampard). Ma stasera non ci sarà spazio per i ricordi, né per i buoni sentimenti. Il Chelsea vuole la vittoria per garantirsi un comodo ritorno, ma la Juve rivuole il suo posto tra le grandi d’Europa.