L’impegno clou della stagione è prossimo. Domani sera sapremo se l’Inter è davvero una squadra schiacciasassi o se di fronte ai campioni d’Europa chinerà il capo, ritiranosi sommessamente.
Mourinho è sicuro di vincere, così come lo è Alex Ferguson, ma il tecnico dell’Inter sembra quasi voler esorcizzare la “paura”, facendo cadere l’attenzione sul campionato e, in particolare, sui cugini rossoneri:
Carlo Ancelotti è molto bravo perché anche lui come me gioca con le parole e anche lui come me pensa che gli altri siano pirla.
Il riferimento è alle polemiche nate dopo la vittoria nel derby, arrivata, cme ben ricorderete, anche gazie alla furbata (?) di Adriano, lesto a farsi scivolare il pallone sul braccio, per infilare il povero Abbiati. Volontario o no, a questo punto conta ben poco. Quel che conta invece è l’opinione di Morinho in proposito:
Ancelotti non parla del primo derby e del fuorigioco di Kakà e nemmeno della partita di 24 ore fa. La sua fortuna è che Allegri è uno tranquillo. Se l’allenatore del Cagliari avesse la bocca grande come la mia non sarebbe andata così: avrebbe fatto notare il gol del Milan irregolare e avrebbe parlato di Inzaghi che meritava tre giornate di squalifica come Adriano e si sarebbe ricordato anche di Ambrosini che non doveva finire il derby. Il non rosso ad Ambrosini è stato un colpo di fortuna, così invece di parlare di un derby finito 3 o 4-0 si parla di una partita finita 2-1 e che poteva anche finire 2-2. Carlo Ancelotti è bravo e fortunato, ma d’altra parte la fortuna è una qualità importante per gli allenatori ed anche per me.
La fortuna è una dote fondamentale nel mondo del calcio, così come lo è l’arte di saper spostare l’attenzione da un impegno da “dentro o fuori”. E in questo il buon Mourinho è un vero maestro.