Una rete di Verratti al primo minuto di recupero permette all’Italia di evitare sul campo dell’Olanda la sesta sconfitta consecutiva in amichevole. Brutto inizio da parte degli azzurri, che chiudono il primo tempo sotto di una rete. I nostri sono fuori dal campo ma grazie anche alle parate di Buffon evitano la goleada. Il risveglio arriva nel finale, con Verratti che firma un pareggio forse immeritato. Ecco le pagelle degli azzurri:
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Buffon 7 – Il migliore degli azzurri visto che con i suoi interventi salva in almeno un paio di occasioni ed evita all’Italia un passivo pesante prima dell’insperato pareggio.
Abate 6 – Gioca meglio quando c’è da difendere, mentre in attacco si vede poco, seppur migliori con il passare dei minuti.
Barzagli 5,5 – Soffre un po’ troppo l’attaccante olandese, non riesce a garantire le stesse sicurezze che si vedono in campionato. (Ranocchia s.v.)
Astori 5 – Ha grossi colpe sul gol olandese, macchiando ulteriormente una partita già non proprio serena.
Santon 4,5 – In costante difficoltà con le discese orange. Mai incisivo quando c’è da supportare l’azione. Quasi disastroso.
De Rossi 5 – Non si vede praticamente mai passando inosservato. (Verratti 7 – Mette il suo sigillo sulla gara segnando il gol che salva l’Italia dalla sesta sconfitta di fila in amichevole. Mostra grande personalità).
Pirlo 6 – Dispensa gioco come sa fare, ma questa volta, anche per colpa dei compagni, non è decisivo. (Florenzi 6 – Sa come rendersi pericoloso, specialmente quando c’è da provare con conclusioni dalla distanza).
Montolivo 5 – In ombra per quasi tutta la gara.
Candreva 6 – Luci e ombre, complessivamente sufficiente. Esce all’intervallo, non ha l’occasione di fare di meglio nella ripresa. (Diamanti 6,5 – Importante il suo apporto soprattutto nelle fasi finali della gara).
El Shaarawy 5 – Mai realmente pericoloso. (Gilardino 6,5 – Partecipa attivamente all’azione che porta al pareggio).
Balotelli 4,5 – Stranamente nervoso e lontano dal giocatore sicuro di sé visto al debutto con il Milan. Mai pericoloso, d’altronde. (Osvaldo 6,5 – Dà vivacità all’attacco azzurro).
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massimolucidi 7 Febbraio 2013 il 15:06
In queste ore fioccano i commentatori politici sull’arrivo milionario di Balotelli al Milan: quanto porta Super Mario in termini di benefici elettorali al Cavaliere? Nessuno però ricorda come solo pochi giorni prima il suo amministratore delegato Adriano Galliani lamentasse i costi del pallone, con un lapidario “non c’è trippa per gatti”. Come tanti suoi colleghi oramai da mesi condividono che il calcio italiano richieda una rivoluzione copernicana. E qualcuno capace di ridare il primato al talento, oltre lo show business. Molte, troppe volte, giovani meritevoli non vanno oltre il cortile di casa, le giovanili di miriadi di associazioni sportive territoriali. Tante squadre accomunate dalla passione che quando si coniuga al dato fisico e all’impegno danno vita a campi scuola con straordinari risultati e alimentano stoffa e fair play da campioni. Da tempo vedo con molto interesse il calcio sudamericano. E non perché sono napoletano: come non ricordare il grande Maradona che appena atterrato a Napoli volle dedicare il suo arrivo in Europa ai tanti ragazzi poveri della sua terra conquistando cosi il cuore di tutti i miei concittadini? Seguo il calcio sudamericano perché nel tratto atletico dei giovani mi diverto nel tempo a riconoscerne i campioni di domani. E cosi quando De Laurentis ha iniziato a costruire il Napoli partendo dai giovani, avevo creduto subito che Cavani, eccellente uruguayano potesse fare strada: sono lieto che stiamo parlando dell’attuale capocannoniere del glorioso Campionato italiano di serie A. Anno 2012/2013.
Uruguay e nuovo modello di mercato. Meno showbiz e piu concretezza.
Come dire quando la passione si prende una rivincita sul giro di soldi… facili.
Valori e parole d’ordine che ritrovo in Mutual Uruguaya A-Net la squadra che partecipa al 65° Trofeo di Viareggio.
Il progetto targato A-Net, nato a Brescia per l’impegno della PS Advice è veramente rivoluzionario. Puntare al calcio come settore produttivo capace di generare profitti ma pure con centri di costo da gestire, per politiche strategiche di lungo periodo e operative di breve. In altri termini non si può pensare che il calcio possa essere ancora quel mondo di starlette e lustrini (e non c’è Berlusconi che tenga); il calcio è fatto di aziende e di bilanci, di calciatori e non Dei. Forse questo discorso è legato alla crisi della televisione, del mercato pubblicitario. Internet è rivoluzionario anche in questo. Ma di certo avvicinare domanda e offerta in modo professionale come A-Net è capace di fare serve a tutto il sistema. Alle squadre, ai campionati, ai giovani talenti.