Chi la dura la vince, recitava un vecchio adagio, e nel braccio di ferro con il giovane ribelle l’ha vinta lui, mister Mourinho (toh, che novità!). Del resto il duro di Setubal aveva piantato i paletti sin dal primo giorno di ritiro, invitando la truppa a seguire i propri ordini senza protestare, a prescindere dal nome stampato sul retro della casacca, pena l’esclusione dalla squadra.
Una lezione che Mario Balotelli ha dovuto imparare sulla propria pelle, convincendosi finalmente a sotterrare l’ascia di guerra, pur di ritagliarsi qualche spazio nell’armata nerazzurra. Lo Special One non aveva apprezzato la richiesta del giovane attaccante di trasferirsi altrove per trovare maggiore spazio, né tantomeno il rifiuto di seguire la squadra nella trasferta di Catania a fine gennaio. E a nulla erano valse le lacrime di Supermario qualche giorno dopo: fuori, finché non si deciderà a rispettare le decisioni del mister. Di fronte a tale fermezza il giocatore non ha potuto far altro che chinare la testa ed obbedire, rientrando così nelle grazie di Mourinho, che lo ha convocato per la gara di domani contro il Lecce:
Fa quello che voglio in qualsiasi minuto dell’allenamento, se in futuro farà le cose anche quando non glielo chiedo sarà un calciatore perfetto. Ma io sono già felice così. Chi gli sta intorno è responsabile, sia in positivo che in negativo di Balotelli, anche i giornalisti lo sono.
Vero, lo sono anche i giornalisti, che sin dalle sue prime prove positive ai tempi di Mancini, lo hanno posto sul piedistallo dei campioni, prevedendo già un futuro da titolare inamovibile nella nazionale maggiore. Non che si voglia mettere in dubbio il suo potenziale, ma forse al ragazzo serviva solo qualcuno che lo facesse tornare con i piedi per terra, permettendogli di crescere e di maturare. E questo qualcuno lo ha trovato in mister Mourinho, che conosce la sua forza, ma anche i suoi limiti:
Balotelli può fare tutto, ma… Durante la sua crescita l’hanno lasciato giocare dove voleva. Il suo allenatore della Primavera diceva che lui non aveva la maturità tattica per giocare in un ruolo con un compito. Cioè non era in condizione di fare un lavoro di squadra. Il suo sistema tattico era: 10 più Mario. Nel mio gruppo non è così. Per me ha potenziale fisico e tecnico per giocare in tanti ruoli: ha tutto, è veloce, ha cross, ha tiro, non va male di testa. Può giocare dietro la punta, fare la punta o l’ala. Ma bisogna migliorare la sua responsabilità in campo. Ed è questo che mi aspetto da lui.
Ed è quello che si aspetta anche Pierluigi Casiraghi, che lo ha convocato per l’amichevole dell’Under 21 contro la Svezia, sebbene negli ultimi tempi abbia avuto poche occasioni per mettersi in mostra. Vai Mario, è il tuo momento!
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