6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.
Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:
Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.
Questa la confessione della giacchetta nera di fronte alle telecamere di “Niente di personale” in onda su La7 proprio mentre stiamo scrivendo. Una rivelazione che lascia sconcertati, se si considera che sulla vicenda è stato costruito un castello di accuse nei confronti dell’intero sistema Juventus. Dove sta la verità? Non è nostra intenzione far passare per vittima sacrificale Luciano Moggi, ma è lecito domandarsi quante altre verità ci sono state nascoste. A voi le considerazioni…