Javier Pastore è sicuro: la sua prossima squadra in caso di cessione dal Paris Saint-Germain sarà il Milan. Lo ha detto lo stesso argentino nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale “Chi”, apparendo dunque particolarmente chiaro sulle sue preferenze riguardo la destinazione futura. C’è la corte dell’Inter, e in particolare dalla colonia di argentini nerazzurra ammette l’ex giocatore del Palermo, ma il suo desiderio più grande è quello di giocare nella squadra che fu di Marco Van Basten, Weah, Baresi e tanti altri campioni che hanno militato nelle file del Milan.
FUTURO MILAN – Le parole rilasciate al settimanale non lasciano spazio a interpretazioni: prima o poi, Pastore è sicuro che giocherà nel Milan e si è addirittura sbilanciando rivelando come pranzi spesso con Adriano Galliani e Ariedo Braida, lontani da occhi indiscreti. Lontani da sussurri e indiscrezioni, che adesso diverranno però inevitabili al primo segnale. Testimonianza che vi è già un rapporto forte tra Pastore e gli alti dirigenti del Milan. Parole che non faranno troppo piacere in Francia, dove Pastore ammette di non essersi mai ambientato al 100%.
PRIMA VINCERE CON IL PSG – Colpa di media particolarmente ostili, rivela, probabilmente colpa del lauto ingaggio percepito dal giocatore e dal prezzo pagato dallo sceicco per strapparlo a Zamparini. Secondo l’argentino c’è anche una forma di cattiveria nei confronti degli stranieri, che sono sempre i primi ad essere incolpati nel caso le cose vadano male, un modo per tutelare i calciatori francesi. Pastore tuttavia non vuole andarsene da Parigi senza lasciare il segno: prima dell’esperienza Milan allora arriva la promessa di vincere qualcosa con la maglia dei parigini, per ripagare la fiducia di tutti, da dirigenza ad allenatore. Il desiderio di tornare in Italia è troppo forte per ignorarlo: sarà Milan. Forse sì. Forse no. Forse mai. Dipende dalla società rossonera: scegliere in pratica tra lui e Balotelli. E Pastore, a proposito dell’attaccante del Manchester City, dice:
Giocare con Mario? No, fa troppi casini.
Messaggio forte e chiaro.
Photo credits | Getty Images