Il Napoli non ci sta e contesta duramente la decisione della Commissione disciplinare, che ha inflitto al club partenopeo 2 punti di penalizzazione (che vanno ad aggiungersi alla squalifica di sei mesi per Grava e capitan Cannavaro). Gli azzurri contestano sia il discorso della responsabilità oggettiva che la decisione di penalizzare il Napoli a campionato in corso, ritenendo che dall’epoca dei fatti (2010) ad oggi è trascorso un tempo eccessivamente lungo.
La vicenda è ormai nota. Nel corso della stagione 2009-2010 il portiere Gianello cercò di aggiustare il risultato di Napoli-Sampdoria, contattando sia Grava che Cannavaro. I due calciatori non accettarono l’idea della combine, ma si guardarono bene dal denunciare il fatto. Di qui la squalifica per i calciatori e la penalizzazione della società per responsabilità oggettiva.
Una situazione già vista ed una storia già letta diverse volte in passato, che ha procurato conseguenze anche peggiori per diverse società più o meno blasonate. Ed ora tocca al Napoli, la cui rabbia è esplosa attraverso una nota pubblicata sul sito della società, dove si legge sia la contestazione rispetto alla decisione della Commissione disciplinare che la volontà di fare ricorso:
La SSC Napoli non condivide le decisioni della Commissione Disciplinare Nazionale, ritenendo, inoltre, che non si possano alterare irrimediabilmente i campionati in corso di svolgimento. Ogni eventuale decisione va presa prima che inizi un torneo o al termine dello stesso – continua la nota -. Dalla stagione 2009/2010, di tempo ce n’è stato per valutare e decidere. Siamo fiduciosi che nei due gradi successivi di giudizio si possa applicare una vera giustizia che si fondi sul diritto e sull’equità e non sul giustizialismo. Benigni docet.
E’ giusto penalizzare un club per responsabilità oggettiva? E’ corretto privare una squadra di due punti a campionato in corso? Il dibattito è aperto, a voi i commenti.
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