Conte è stato condannato perché era coinvolto in una combine con certezza piena. Lo hanno affermato i giudici che hanno depositato questa mattina la motivazione della sentenza a carico dell’allenatore juventino, giustificandola con una prova che confermerebbe i sospetti: dopo una partita combinata un calciatore che vi si era opposto è stato messo fuori squadra.
Secondo quanto indicato dalla Corte l’attaccante Mastronunzio fu escluso in seguito alla mancata adesione alla combine in Albinoleffe-Siena. Per i giudici Conte
non ha fornito motivazioni credibili (in merito all’esclusione del calciatore, ndr), attribuendola prima ad un infortunio, poi al fatto che Mastronunzio non avesse dimostrato un adeguato spirito di gruppo per aver rifiutato di trasferire il suo domicilio da Empoli a Siena. E, infine, in sede dibattimentale, a ragioni di natura tecnica.
Inoltre ritorna la motivazione del fatto che “Conte non poteva non sapere” cosa stava tramando Stellini alle sue spalle, visto che il suo ex collaboratore ha di fatto ammesso di essere a conoscenza dell’accordo tra i club, cosa che poi lo ha portato a dare le dimissioni. In merito al caso di Mastronunzio gli avvocati di Conte hanno deciso di presentare, in sede di appello al Tnas, il certificato che attestava il suo infortunio. Ad ogni modo la Corte ha riconosciuto che il testimone chiave di tutta la vicenda, il centrocampista Carobbio, non è completamente credibile, ed in questa crepa si insinuerà la difesa di Conte che spera nella completa assoluzione nell’ultimo grado del processo.
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