Il calciatore che tutti volevano (tranne l’Italia) negli anni ’90, Romário de Souza Faria, era una delle punte più forti al mondo, ma che, come il suo “antenato calcistico” Pelè non ha mai fatto fortuna in Europa. Noi italiani ce lo ricordiamo bene, quando faceva impazzire Baresi e compagni nella finale di Pasadena del ’94, nel Mondiale che, oltre alla coppa al Brasile, gli regalò anche il Fifa World Player.
Di lui sappiamo che a parte l’esplosione da ragazzino nel Psv Eindhoven e i due anni fantastici a Barcellona, per il resto in Europa è stato un fantasma. A Valencia giocò solo 6 partite e poi girò il mondo, dall’Asia agli Stati Uniti. Per lungo tempo nel nuovo millennio si è trascinato nei vari campionati con l’unico obiettivo di raggiungere i 1000 gol, raggiunti proprio come Pelè, su calcio di rigore. E poi?
E poi, raggiunto il suo obiettivo, ha aspettato che la stagione terminasse per ritirarsi. Tutto ciò è avvenuto, in uno strano silenzio in Italia, non tanto tempo fa, ma appena alla fine della stagione scorsa, esattamente il 15 aprile, alla veneranda età di 42 anni. Tanti se pensiamo che ha giocato 25 stagioni tra i professionisti, ha superato vari infortuni, un ritiro momentaneo per doping e dopo un periodo di sovrappeso simile a quello che ha colpito Ronaldo.
In questi primi 8 mesi di inattività Romario si è prima di tutto goduto i tanti milioni guadagnati nella sua carriera, e poi ha pensato a cosa fare dopo essersi ritirato, e cioè…nulla. I tanti anni dedicati al pallone lo hanno stremato, e così, in una recente intervista al sito della Fifa, ha dichiarato non solo che non farà mai l’allenatore, ma soprattutto che, qualsiasi sarà la sua attività futura, non c’entrerà con il calcio. Ma per dare la risposta definitiva, aspetterei ancora un pò, il tempo che il richiamo del pallone attirerà anche lui come ha fatto con molti suoi colleghi.