Con l’accusa di omicidio preterintenzionale, l’ex allenatore della Fiorentina Carlo Mazzone è stato iscritto nel registro degli indagati per la morte per leucemia del calciatore Bruno Beatrice, militante con la maglia viola dal 1972 al 1975, avvenuta il 16 dicembre 1987 a soli 39 anni.
Beatrice fu curato intorno a quegli anni per una pubalgia con raggi Roentgen da due ex primari ospedalieri, anch’essi convocati in Procura dal PM Luigi Bocciolini, già noto per aver inviato nel 2001 i carabinieri del Nas nelle camere d’albergo del Giro d’Italia.
Er Sor Carletto, già ascoltato nei mesi scorsi dai militari del nucleo antisofisticazioni, si è detto sereno affermando di non saper cosa dire su questa vicenda, visto che essendo l’allenatore non gli competeva entrare nei meriti delle decisioni dello staff medico ma solo in quegli tecnici.
L’indagine, aperta nel 2005 in seguito ad un esposto della moglie Gabriella presso la Procura di Firenze, vuole far luce su questa e su tutta una serie di “morti sospette“, avvenute negli ultimi anni, di diversi calciatori che militavano in quel periodo tra le fila dei viola e che sembra abbiano assunto durante la loro militanza diversi medicinali quali Micoren e Cortex.
Secondo una perizia chiesta dal PM Bocciolini, il professor Giuseppe D’Onofrio, ematologo e oncologo docente all’Università Cattolica di Roma, e la dottoressa Giuseppina Fortuna, primario di radioterapia del San Filippo Neri di Milano, l’esposizione quotidiana e per oltre due mesi di Bruno Beatrice ai raggi X, ha aumentato, così come dimostra la letteratura, il rischio di cancro e in particolare di leucemia.
Resta quindi da chiarire se ci sia nesso tra la serrata terapia praticata e la leucemia acuta diagnosticatagli in seguito.