Non è bastato il trio d’attacco brasiliano, né il rientro di Pirlo dal primo minuto e nemmeno il tifo di mezza Italia, nella speranza che almeno una delle pretendenti allo scudetto riuscisse a tenere il passo dell’Inter. No, non è bastato. Il Milan ha dovuto cozzare contro la voglia di rivalsa di un Torino, che non merita il posto occupato in classifica e che spesso è stato danneggiato da decisioni arbitrali quantomeno discutibili.
Il posticipo della tredicesima giornata è finito senza vincitori né vinti, almeno sul campo, perché davanti alla tv qualcuno ha esultato, vedendo la propria squadra allungare a +3 dai cugini e un po’ più sola in testa alla classifica.
Certo, dopo tredici gare non si può parlare di fuga scudetto o di Inter ammazza-campionato, ma una squadra come il Milan non può permettersi il lusso di perdere punti preziosi contro una delle ultime della classe, sebbene gli ultimi abbiano ampiamente meritato il risultato finale.
Era già accaduto a Lecce, quando la brigata di Ancelotti si era vista raggiungere proprio sul fischio finale, pur avendo avuto diverse occasioni per chiudere la partita in anticipo. Stessa storia ieri sera, anche se bisogna ammettere che il Toro ha dato molto da fare alla difesa rossonera e non si può certo dire che abbia rubato qualcosa.
Anzi, a dire il vero, erano proprio gli uomini di De Biasi a portarsi in vantaggio con un preciso colpo di testa di Stellone, che regalava illusioni al popolo granata. Ma il Milan per sua fortuna può contare su pezzi da novanta ed in pochi minuti riusciva a capovolgere il risultato, prima con Pato imbeccato da Gattuso, poi con una punizione di Ronaldinho, al suo sesto gol in campionato.
Il demerito del Milan è stato poi quello di non aver saputo chiudere i conti, pur avendo avuto diverse occasioni da rete. E alla fine, nel gelo di Torino, è spuntata la mano di Kaladze in area rossonera e lo specialista Rosina non ha potuto far altro che ringraziare per il regalo di Natale anticipato.
In veste di Babbo Natale, l’arbitro Farina, che solo 20 minuti prima non aveva assegnato il penalty per un episodio simile nell’area granata e che, nell’episodio del rigore concesso, non si è accorto che la palla aveva cozzato contro le parti basse di Kaladze, costringendolo ad avanzare il braccio, in un moto (immaginiamo) di dolore.
Ma recriminare adesso serve a poco: il campo ha detto 2-2, per buona pace dei granata (una volta tanto favoriti) e degli interisti che scappano.