La settima giornata di A ha vissuto di alti e bassi sin dall’inizio, anche se avremmo preferito assistere a qualcosa di più spettacolare. Se infatti gli anticipi ci hanno offerto un’Inter ed un Napoli scarichi ed un Milan eccezionale, ed il posticipo ci ha offerto molto spettacolo, solo le gare della domenica pomeriggio che, in generale, non fanno raggiungere nemmeno la sufficienza alle squadre scese in campo. Due gol in tutto il pomeriggio sono davvero pochi. Ma andiamo a vedere chi si è comportato bene e chi no in questa giornata.
Voto 10 al Milan, tanto criticato in passato, ma per una volta ha saputo riscattarsi. Contro il Palermo i rossoneri hanno giocato la partita perfetta, e se fossero scesi in campo con questo atteggiamento anche in altre gare, ora non sarebbero nel lato sbagliato della classifica. Ma il Milan vero qual è, quello visto a Torino o quello contro il Palermo? Attendiamo una risposta da Allegri.
Voto 9 a Ranieri, come uomo. Se il voto come allenatore è ancora tutto da decidere, lo stile che ha avuto nello stigmatizzare la sconfitta, e soprattutto gli errori arbitrali, sarebbe da dieci e lode. Chiunque al suo posto, dopo aver visto alla moviola il rigore che ha cambiato la partita, avrebbe gridato allo scandalo, ma lui ha abbassato i toni perché dopotutto gli arbitri non hanno sempre tutti i torti. Vedremo se riuscirà a portare questo stile anche tra i suoi giocatori (e i suoi dirigenti).
Voto 8 a Reja, che finalmente ha vinto un derby dopo averne persi 4 di fila. Il voto non è il massimo perché il primo tempo della Lazio è stato terribile, ma si merita comunque un 8 tondo proprio per come ha saputo gestire l’ambiente prima del derby e per come ha cambiato la squadra nella ripresa.
Voto 7 al pubblico romano, che dopo gli scontri del giorno precedente in città ha avuto la compiacenza di far filare il derby liscio. Certo, qualche stupido c’è sempre ed infatti qualche arresto c’è stato, ma la calma che si respirava tutto intorno allo stadio faceva pensare quasi che all’interno non ci fossero le tifoserie di Lazio e Roma.
Voto 6 agli arbitri, molto bravi in alcune partite, ma la cui votazione totale scende precipitosamente quando avvengono alcuni strafalcioni. Ma in generale la classe arbitrale sta migliorando, e se fosse aiutata di più forse ci sarebbero meno polemiche.
Voto 5 ad Antonio Conte, che anche se mette in campo una squadra grintosa, non ha a volte il coraggio di rischiare. Contro il Chievo era evidente sin dai primi minuti che ci sarebbero volute due punte, ed infatti quando Del Piero è entrato, la difesa clivense ha scricchiolato, ma se alleni una rosa con il 4-2-4 per tutta l’estate ed il primo mese di campionato, è evidente che se all’improvviso cambi modo di giocare, i risultati non possono venire.
Voto 4 alla tifoseria della Fiorentina che, nonostante i tanti sforzi della società e la non serena situazione all’interno dello spogliatoio, continuano a contestare Mihajlovic. Con le grane Montolivo e Vargas e senza l’apporto di un grande attaccante come Gilardino, è difficile che si facciano risultati, ed è già tanto quello che finora i viola hanno fatto. Prendersela con l’allenatore anziché stargli accanto è davvero di cattivo gusto.
Voto 3 ad Adrian Mutu, non nuovo a gesti come quello di ieri. Il rumeno è tecnicamente eccellente, ma non diventerà mai un grande giocatore se continua ad avere questi colpi di testa. Qualcuno dovrebbe stargli vicino per farlo maturare un po’.
Voto 2 a Moratti e alla società dell’Inter che sembrano i principali colpevoli del penultimo posto della squadra. Mai l’Inter si era ritrovata in una situazione del genere, nemmeno nelle annate peggiori, e se i vertici anziché polemizzare con gli arbitri stessero più vicini alla squadra, qualcosa si potrebbe muovere. Ad ogni modo se a gennaio non si interviene, le coppe potrebbero essere un miraggio.
Voto 1 a Mazzarri che quando vince sembra il miglior allenatore del mondo, e quando perde è sempre colpa degli arbitri. Da un allenatore che ha fatto la gavetta e che, comunque la si guardi, allena sempre una squadra semi-provinciale, ci si aspetterebbe un po’ più di umiltà.