Anche il Brasile, come l’Argentina, attende l’ultima giornata del girone per mostrare gol e spettacolo, ma ne è valso la pena aspettare. Contro l’Ecuador, che pur ha dimostrato di non voler far valere la distanza nel ranking che li separa, i verdeoro mettono in campo tutto il loro talento, ma c’è da dire che merito di questo cambiamento va a Menezes che, per una volta, mette nel cassetto gli esperimenti per affidarsi all’esperienza (vedi Maicon e Robinho).
A sbloccare il risultato è il Brasile con Pato che di testa anticipa tutta la difesa. La sua nazionale ha evidentemente il pallino del gioco in mano perché gli avversari non riescono quasi ad arrivare in attacco, e così un tiro pretenzioso di Caicedo diventa il gol del pari, complice una papera di Julio Cesar (a volte capita anche a lui).
Il Brasile si rimette a spingere e colpisce anche un palo con Robinho, ma bisogna aspettare la ripresa per un altro gol. A segnarlo è uno dei tanti talenti in campo, Neymar, con un movimento e tiro da attaccante consumato, e pensare che non ha nemmeno vent’anni. Tutto fatto? E invece no perché Julio Cesar ci rimette del suo, evidentemente era poco concentrato, e si fa beffare nuovamente da un’altra conclusione di Caicedo. E così ci vuole la metà della ripresa per ripassare in vantaggio, con Pato che è il più lesto di tutti a spingere la palla in rete durante una mischia in area.
Stavolta l’Ecuador non fa in tempo a calciare nuovamente verso la porta di Julio Cesar, nella speranza di un terzo errore, perché l’inarrestabile Maicon, migliore in campo, mette sul piede di Neymar un pallone che chiedeva solo di essere depositato in rete, e così avviene. E’ 4-2 e l’Ecuador non ce la fa più a reagire. L’ultimo quarto d’ora passa tranquillo, e così il Brasile vince il girone, a pari punti con il Venezuela ma davanti per la miglior differenza reti, e nei quarti affronterà il Paraguay, mentre ai venezuelani toccherà il Cile di Sanchez.