Inter, prescrizione per i fatti del 2006

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Foto: AP/LaPresse

Si aspettava da ieri sera la decisione della Procura federale della Federcalcio sull’esposto della Juventus presentato un anno fa, e finalmente nel primo pomeriggio di oggi è arrivata la notizia: la FIGC ha archiviato per prescrizione il procedimento. Prima di capire cosa comporterà questo per l’assegnazione dello scudetto del 2006, ecco la parte del comunicato ufficiale:

è stata disposta l’archiviazione degli atti: nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.
Nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. Giacinto Facchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.


Da quanto emerge dal comunicato quindi, la società milanese e Moratti sono stati prescritti e non assolti. E anche se nel nostro paese questi due termini spesso vengono usati con la stessa accezione e fatti passare per sinonimi, sappiamo bene che non sono la stessa cosa. A questo punto c’è da pensare che se  Palazzi ha usato la formula  di archiviazione piena “perchè non sussistono fatti di rilevanza disciplinare” solo per Zamparini, Zanzi, e l’ex arbitro De Santis,  per tutti gli altri si è dovuto ricorrere alla prescrizione perchè ci può essere stato qualche reato sportivo che poi è decaduto per legge dal momento che sono passati più di due anni per i tesserati e quattro anni per le società.

Il titolo del 2006 è quindi ancora in bilico e dovremo aspettare il 5 luglio o più facilmente  fino al 18 luglio quando il consiglio federale deciderà se revocarlo o meno, visto che  lo scudetto è l’unica cosa non prescrivibile. Non ci resta che aspettare la decisione di Abete, certi che le prossime settimane saranno di fuoco sull’asse Milano-Torino, anche se ci rimane un dubbio: perché attendere oltre un anno prima di prendere una decisione? Davvero non c’erano i tempi per evitare di far cadere tutto nel buco della prescrizione, che in questi anni  in Italia ha archiviato fin troppi atti?

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