Domani si decide. Gli animi si scaldano, ma la doccia fredda arriva per i tifosi juventini: il famoso scudetto del 2006, quello dato all’Inter, non verrà riassegnato alla Juventus. Le colpe di Moggi e soci, che peraltro sono stati radiati dal calcio poche settimane fa, sono troppo evidenti per poter riassegnare un titolo con troppe ombre ad un club che, almeno, ha dimostrato di poter ripartire da zero.
Per questo l’unico dubbio rimane tra la conferma dello scudetto all’Inter, o al massimo la revoca, come quello del 2005, senza che venga assegnato a nessuno. Dopotutto, ricordiamo, quello del 2006 fu assegnato all’Inter per una questione di partecipazione alle coppe europee. Ora, a distanza di 5 anni, quella necessità non c’è più e perciò viene meno anche il motivo di assegnazione a tavolino di quello che, per anni, è stato definito “lo scudetto di cartone”.
Il procuratore sta per concludere la sua indagine di fronte a tre strade può disporre l’archiviazione perchè il fatto non sussiste, può decidere un eventuale deferimento per le telefonate emerse, e a quel punto la questione prenderebbe la strada della giusizia sportiva; oppure disporre un’archiviazione per prescrizione dei fatti
si legge sul comunicato del consiglio federale. Il problema che ha rimesso tutto in discussione è la prova che anche il compianto Facchetti era coinvolto in telefonate agli arbitri e ai designatori come Moggi, mentre Moratti non poteva non sapere. Domani, o al massimo venerdì, sapremo se anche l’Inter ha le sue colpe, o se si è trattato solo di errori perdonabili.