Man mano che passano i giorni, gli arrestati nell’inchiesta Last Bet cominciano a parlare. Tutti tranne uno, Beppe Signori. L’ex bomber è l’unico che continua a negare ogni addebito, ma qualcosa ora potrebbe cambiare. Come per Provenzano, anche per lui la prova schiacciante potrebbe provenire dai “pizzini”, dei foglietti di carta, appunti e annotazioni sulle agende che riportano il suo nome.
O meglio, non proprio il suo nome di Battesimo, ma quasi, visto che i riferimenti a lui sono fatti sempre con soprannomi, il più usato dei quali è “Beppe 200 gol”. Non che ci voglia un genio per collegarlo a lui, ma intanto l’ex calciatore continua a negare ogni coinvolgimento.
A parlare, oltre ad Erodiani e Pirani, è anche uno dei suoi commercialisti che fa capire quanto fosse prudente Signori. Oltre al già noto divieto di pronunciare il suo nome al telefono, pare che stesse bene attento a non farsi vedere in giro con nessuno dei personaggi coinvolti, persino col suo commercialista stesso, dato che preferiva uscire dal suo studio dopo che tutti se n’erano già andati.
Intanto il mistero si infittisce, dato che ieri è spuntata la prova che la Figc sapeva cosa stava accadendo. Il calciatore del Sassuolo Quadrini aveva denunciato le minacce ricevute da Erodiani in merito ad una scommessa persa, ma la federazione non ha mosso un dito. Secondo il presidente Abete, il calciatore doveva essere convocato per il 1° giugno per discutere della vicenda, ma poi la storia è venuta fuori e la giustizia ordinaria ha preso il sopravvento. Di punti oscuri da chiarire ce ne sono ancora troppi.