Ne ha combinate talmente tante (e gravi!) che ormai è difficile continuare a parlare di errori di gioventù, dovute solo all’età. Ma stavolta Mario Balotelli sembra davvero aver superato ogni limite, forse non dando peso alle conseguenze delle proprie azioni o forse consapevole di poter finire nell’occhio del ciclone. Cos’ha combinato di tanto grave Supemario?
La vicenda risale allo scorso anno, quando Balotelli era a Napoli per ritirare il Golden Gol. Ebbene, pare che durante il soggiorno ai piedi del Vesuvio si sia concesso anche un giro turistico nel quartiere Scampia, facendosi accompagnare da due esponenti della malavita napoletana, come riferiscono fonti giudiziare:
Balotelli era in compagnia di due elementi di spicco dei clan della periferia di Napoli, Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposito, del clan degli Scissionisti. In seguito è stato ospitato in una dependance del rione per scattare delle foto ricordo con il Silvestri, con l’Esposito e con altre persone ivi presenti.
L’ennesima dimostrazione di ingenuità (o di stupidità?) da parte di un giocatore che non riesce a distinguere il lecito dall’illecito o che pensa forse di poter concedersi qualunque lusso in nome della popolarità che si porta appresso. Il procuratore Mino Raiola lo difende dalle accuse:
Non confermo e non smentisco, solo perché non so come sono andati realmente i fatti e se questi fatti si siano verificati. Quel che di sicuro è che Balotelli non ha avuto mai alcun tipo di rapporto con la criminalità organizzata. Se, e ripeto se, Mario è effettivamente andato a Scampia perché curioso di vedere quei luoghi tristemente noti, ha voluto solo soddisfare una curiosità. Certamente non sapeva che le persone con le quali si accompagnava erano legate ai clan come scrivono i Carabinieri. Intorno al mondo del pallone gira tanta gente, impossibile sapere con chi si ha a che fare. E comunque questo riferimento a Balotelli nulla c’entra con le scommesse.
Il diretto interessato cerca di liquidare la questione con un
Non sapevo affatto chi fossero quelle persone. Quel giorno a Napoli per strada c’era sempre molta gente intorno a me.
Sarà pure come dice lui, ma intanto il suo nome è stato avvicinato alla camorra e questo per la carriera di un calciatore professionista può rappresentare una macchia indelebile.