Sospetti durati per quasi 30 anni intorno ad una delle partite più chiacchierate nella storia dei mondiali di calcio. Chi ha superato gli “anta” ricorderà quell’estate come la più bollente di polemiche e dubbi di combine.
21 giugno 1978. Nella calda Rosario, in Argentina, va in scena il penultimo atto del campionato mondiale di calcio. Il Brasile ha già giocato, dando ai padroni di casa il vantaggio di conoscere il risultato prima della propria gara. E’ dura comunque segnare quattro reti al Perù per superare il Brasile in classifica ed accedere alla finale.
Dubbi di combine già all’annuncio delle formazioni, quando viene svelato che la porta peruviana sarà difesa da Ramòn Quiroga, detto “el loco“, naturalizzato argentino l’anno prima del mondiale.
Dubbi comprensibili vista l’arrendevolezza del numero 1 capace di farsi infilare per ben sei volte dai biancazzurri, con Kempes e Luque autori di una doppietta a testa. Missione compiuta e finale conquistata per la gioia di un intero popolo costretto a vivere da due anni sotto il regime militare.
Per molti anni si è pensato che l’ordine di far vincere l’Argentina fosse venuto proprio dalla giunta dei Generali di Buenos Aires, ma evidentemente le cose non andarono così.
E’ quanto racconta in un libro -“El hijo del Ajedrecista 2“- Fernando Rodrìguez Mondragòn, figlio di Gilberto Rodrìguez Orejuela, uno dei boss più potenti della narcotraffico colombiano, conosciuto anche come “Lo scacchista“. Suo padre e lo zio Miguel, attualmente detenuti negli Stati Uniti, portarono “una quantità non specificata di denaro alla squadra peruviana per corromperla garantendo all’Argentina il passaggio da prima qualificata al turno successivo”.
E finale fu: la Selecciòn poté alzare al cielo la Coppa del Mondo grazie alla “marmelada peruana” pagata coi soldi del traffico di stupefacenti.
“Marmelada de coca” possiamo dire a distanza di 30 anni!
sgrunt 15 Aprile 2009 il 14:02
eh, già! il problema di un mondiale per nascondere le barbarie di una dittatura è la vendita della partita dei mondiali, non la barbarie della dittatura…tse!