Ieri un fulmine a ciel sereno aveva rovinato la festa dei tifosi leccesi, oggi il rombo che ne è conseguito si riverbera tanto da incutere paura ad una squadra che, appena pochi giorni fa, stappava lo spumante per festeggiare la permanenza in A.
Cos’è successo? Due cose principalmente: le dimissioni di De Canio e la consapevolezza che soldi (come sempre) non ce ne sono. Ma stavolta la situazione potrebbe essere più seria del previsto. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come si è arrivati a questo punto.
Luigi De Canio era stato ingaggiato con un progetto. La società gli aveva garantito supporto economico per portare il club in A e farcelo rimanere per anni. E così, nella scorsa stagione, lo sforzo è stato di mantenere alcuni dei giocatori fondamentali e, a costo quasi zero, l’allenatore è riuscito nel miracolo di riportare la squadra nella massima serie. Quest’anno ha battuto cassa, ma a parte qualche piccola spesuccia (poco più di 4 milioni di euro, spiccioli per la Serie A), grandi acquisti non sono arrivati. E così De Canio si è dovuto “inventare” dei campioncini come Bertolacci, Ferrario ed altri, ed anche stavolta gli è andata bene.
Gli introiti di quest’anno sono stati tanti, e per la prossima stagione tra diritti televisivi e le cessioni di alcuni giocatori, immaginava che ci fosse un bel gruzzoletto da spendere, ed invece il presidente Semeraro ha detto di no, ma che anzi, sarebbero andati inaspettatamente ancora in rosso. A questo punto il messaggio di De Canio è stato chiaro: non ci sto più a fare miracoli a costo zero, ed ha deciso che, subito dopo l’ultima partita di campionato, rimetterà il mandato nelle mani del presidente.
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