Lionel Messi secondo la maggior parte degli addetti ai lavori è il miglior giocatore al mondo. E questa annata sportiva sembra confermarlo: più che la vittoria del secondo pallone d’Oro a ventitre anni lo testimoniano i 28 gol e i 16 assist che stanno incorniciando un’annata straordinaria.
Un giocatore simile non può non attirare l’interesse di tanti club. Che però non possono far altro che fuggire spaventati davanti alla clausola rescissoria di 250 milioni di euro ed ad un contratto in scadenza nel giugno del 2016. E così gli interessi di squadre – come l’Inter – non può andare al di là della chiacchiera da bar.
Eppure se si crede al direttore marketing del club, Laurent Colette, il Barcellona si sarebbe potuto trovare nell’obbligo di vendere la sua star più rilucente per ridurre un debito netto monstre di 442 milioni di euro, determinato in buona misura dalla perdita di bilancio dell’anno 2009/2010 di 77,1 milioni di euro.
Interrogato dal quotidiano le Parisien, il manager catalano ha affermato che il Barça ha potuto conservare il miglior giocatore al mondo grazie all’arrivo della Qatar Foundation come sponsor sulla maglia:
L’arrivo della Qatar Foundation sulla maglia è stato necessario, ma non è piaciuto ai più romantici. Ma, se non avessimo avuto questo mecenate, avremmo dovuto vendere Messi…
Il primo sponsor pagante sulle maglie del Barcellona – in 111 anni di vita – è un un’organizzazione internazionale no profit per la difesa dei bambini e affiancherà l’abituale marchio UNICEF. Questa organizzazione araba verserà nelle casse del Barça 150 milioni di euro in 5 anni.
Con questo contratto gli azulgrana superano i 25 milioni di euro all’anno che riceve il Bayern Monaco dalla Deutsche Telekom, e i 20 milioni di euro che Manchester United e Real Madrid ricevono da – rispettivamente – Aon e Bwin. Una volta in più batte gli arcirivali del Real.
Una curiosità, il coach blaugrana, Pep Guardiola, ha lavorato affinché il Qatar vincesse la sfida per ospitare la Coppa del Mondo di calcio del 2022.