Ormai è chiaro che il primo pensiero dei nuovi proprietari della Roma è lo stadio. Superate le battutine e le polemiche sull’Olimpico, è evidente che la maggior parte degli investimenti verranno effettuati in quella direzione. A parlare è Tullio Camiglieri, portavoce di Di Benedetto in Italia, intervistato da Radiouno, il quale ha fatto capire come l’idea del nuovo stadio romano dovrà ricalcare la scia di quelli americani che, per dirla in breve, sono aperti tutti i giorni.
Se si può guadagnare nel calcio in Italia? Gli stadi di proprietà sono fondamentali: durante le partite dei Boston Red Sox gli spettatori sono coinvolti in una serie di eventi correlati all’evento sportivo e hanno la possibilità di fare tante altre cose oltre che assistere alle partite. Bisogna dare la possibilità a chi vuole investire in queste infrastrutture di farlo: in Italia l’unica fonte di reddito delle nostre squadre sono le gambe dei calciatori ma non sono sufficienti. Gli stadi sono fonti di reddito sicuro.
Parole sante, che potrebbero essere riassunte con una domanda tanto semplice quanto efficace:
Possiamo continuare ad avere impianti aperti solo 90′ a settimana?
Chi può dargli torto. Intanto le ultime novità parlano di una ricapitalizzazione di 40 milioni di euro, dopo l’autorizzazione della Consob e dell’Antitrust, mentre per quanto riguarda i calciatori è tutto rimandato ai prossimi mesi visto che, come Camiglieri ricorda, Rosella Sensi è ancora formalmente il presidente della Roma.
Anonimo 18 Aprile 2011 il 11:27
il problema è se ce lo fanno fare….già ci si era provato e ci fecero un sacco di problemi…qui non siamo al nord….
Marco Mancini 18 Aprile 2011 il 11:37
di fronte ad un progetto serio non si può dir di no. Dopotutto si tratta di una scelta imprenditoriale, come un imprenditore può decidere di costruire un centro commerciale, così può cercare di costruire uno stadio. Qualche problema può venire se si chiedono prestiti o agevolazioni pubbliche, ma con i capitali al 100% privati non c’è cavillo che tenga.