Mancano ancora due giorni ad uno degli appuntamenti clou della stagione, ma a Milano cresce già l’attesa per il derby. Sarà che l’Inter macina risultati e vola già davanti a tutte, sarà che il Milan dopo un inizio stentato sta ritrovando gioco e punti, sta di fatto che quello di domenica si prospetta come un derby di fuoco.
Per i nerazzurri è già tempo di fare i conti con il tifo-contro dell’Italia intera, nella speranza che il MIlan non arresti sul più bello la sua rincorsa alla vetta della classifica. Certo, dopo sole quattro gionate di campionato, non si può parlare di fuga solitaria, ma i risultati fanno morale e, in caso di vittoria nel derby, l’Inter si ritroverebbe a mettere una seria ipoteca su un autunno più tranquillo.
Discorsi che per ora lasciano il tempo che trovano, considerando la particolarità di una partita come questa, in cui conta poco il talento in campo o la condizione fisica. Il derby è una partita a sé, al di là di tutto. Ma che derby sarà?
Sarà il primo di Mourinho, in cerca della centounesima partita senza sconfitte; sarà il derby di Zanetti, alla seicentounesima gara con la maglia dell’Inter; sarà il primo derby da figliol prodigo di Shevchenko, che in passato ha già violato la porta nerazzurra per 14 volte e che ora cercherà di approfittare dell’assenza di Borriello per aumentare lo score; sarà (forse) il primo derby di Ronaldinho, che non ha ancora capito quanto vale una partita di questo tipo; sarà il derby di Ancelotti, che dopo aver mandato giù qualche boccone amaro, sta finalmente trovando la quadratura del cerchio; sarà il derby dei presidenti che chiedono una vittoria di prestigio ai propri ragazzi. Sarà un bel derby, almeno speriamo.
Intanto le inseguitrici sperano nel primo passo falso di una squadra che, Torino a parte, non ha dimostrato di essere una macchina da gol (1-1 con la Sampdoria, 2-1 con Catania, ma grazie a due autoreti, e 1-0 con il Lecce), pur esibendo un gioco a tratti spettacolare. La febbre sale e per una sera Milano sarà il centro d’Italia.