Le 35 primavere si avvicinano a grandi passi, così come il momento del ritiro, che prima o poi dovrà arrivare anche per un highlander come lui. Ma Marco Di Vaio sembra aver assunto l’elisir dell’eterna giovinezza in dosi massicce, se è vero che continua a correre come un ragazzino di vent’anni ed a segnare gol pesanti per la salvezza del suo Bologna.
C’era un tempo in cui gli esemplari della sua razza avevano un posto in prima classe nell’arca della nazionale, anche se la carta di identità consigliava il ritiro e le pantofole. Ma non oggi, non con Cesare Prandelli alla guida degli azzurri, in virtù di una politica che punta sulla valorizzazione delle giovani leve e su progetti a lungo termine. Di Vaio accetta la scelta, ma sogna di poter vestire nuovamente l’azzurro almeno in una gara amichevole:
Prandelli sta seguendo un certo percorso, è giusto che sia così. Se continuo a fare bene fino a fine anno, magari una convocazione per un’amichevole sarebbe gratificante.
Un rapporto strano quello tra l’attaccante e la maglia azzurra. Esordì in azzurro nella gestione Trapattoni, quando giocava e segnava valanghe di gol con la maglia del Parma. 17 presenze e 2 gol per lui, prima che sulla panca dell’Italia arrivasse Marcello Lippi, che non gli diede mai l’opportunità di mettersi in mostra, un po’ perché Di Vaio aveva varcato i confini nazionali (Valencia e Monaco) e un po’ perché il rendimento in fatto di reti segnate era sensibilmente calato. Ed ora che meriterebbe una maglia nell’attacco della nazionale non viene più preso in considerazione per via dell’età, come molti suoi colleghi, del resto (Del Piero, Di Natale, Totti):
Noi abbiamo la fortuna di venire da un decennio in cui ti allenavi bene, se sei stato un buon giocatore negli anni passati, hai avuto la fortuna di non avere grandi infortuni, ti sei curato bene, hai la possibilità di continuare ad alti livelli fino a 34-35 anni, 4-5 anni in più rispetto a dieci anni fa. Non è un caso, secondo me, se siamo in tanti giocatori a poter decidere ancora le sorti di una partita, a fare gol, a essere decisivi per la squadra. L’età della carriera di un calciatore si è alzata e, se sei un bravo professionista, puoi continuare a divertirti per un po’ di tempo.
Non in nazionale, purtroppo.