Il presidente del Palermo Zamparini ha dimostrato di essere, oltre che come viene sempre definito vulcanico o mangia-allenatori, anche una persona intelligente, presentandosi davanti ai taccuini di Tuttosport e addossandosi buona parte della colpa del fallimento a cui il Palermo sta andando incontro.
Il povero Delio Rossi ha disputato una prima parte di campionato alla grande ed un inizio del girone di ritorno discreto, ma dopo Inter-Palermo qualcosa si è rotto. I rosanero avevano disputato una gran partita, e solo la solita indomita Inter, che riuscì a segnare 3 gol in pochi minuti (non era di certo la prima volta), riuscì a strappare i tre punti ai rosanero. Da lì cominciarono i guai perché Zamparini andò in sala stampa e disse peste e corna del suo allenatore.
La verità è che c’è una squadra spaccata, il gruppo non è più unito come una volta. Le colpe di quello che sta succedendo sono di tutti, anche mie. Parlando nel dopopartita, ho finito per mettere pressione all’allenatore e alla squadra. Ho sbagliato, ma io volevo solo stimolare l’ambiente. È per questo che ho preso quella decisione.
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, visto che il riconoscimento dell’errore è arrivato dopo un mese e mezzo ed è costato al Palermo 4 sconfitte consecutive (oltre a due vittorie), l’esonero di Rossi, l’esclusione dalla Champions League ed ora è a rischio anche l’Europa League. Zamparini riconosce che il rischio ora è lo stabilire il record negativo di sconfitte consecutive che, per lui, potrebbe arrivare anche a 7-8, ma chissà che questo non gli sia servito da lezione e la prossima volta che capita una partita storta non ci pensi su due volte prima di “mangiarsi” un altro allenatore.