La ventottesima giornata di campionato si può definire tra le peggiori di quest’anno per i fischietti italiani. Non c’è una partita in cui non si può contestare qualcosa, da errori gravi ma che non incidono sul risultato finale, come le mancate ammonizioni o espulsioni in Inter-Genoa o Chievo-Parma, a risultati letteralmente falsati per errori arbitrali.
La gara che sicuramente farà più discutere è Napoli-Brescia. Mazzarri viene espulso per le proteste dopo la mancata concessione di un rigore per fallo su Maggio. A dir la verità Accardi, con molto mestiere, sbilancia il difensore napoletano mandandolo gambe all’aria. Il contatto è ai limiti del regolamento e Mazzoleni fa bene a non fischiare. Purtroppo però c’è un altro rigore, stavolta netto, che non viene assegnato ai partenopei, con un fallaccio di Konè su Mascara, in cui il difensore colpisce il napoletano in pieno senza toccare il pallone.
Piuttosto evidente anche il gol irregolare del Cagliari, il secondo, quando il cross per la deviazione vincente di Ragatzu è viziato da un pallone che ha varcato la linea di fondo, ma che Nainggolan riesce a calciare ugualmente. Parzialmente assolti l’esordiente Ostinelli ed il guardalinee perché a velocità normale era difficile da vedere, ma ancora una volta la tecnologia sarebbe potuta servire.
Da rivedere anche Lecce-Roma, in cui sul punteggio di 1-1 ci sarebbe un rigore per il Lecce per un mani di Perrotta in area. Altri errori gravi, ma che non cambiano il risultato finale, avvengono in Udinese-Bari in cui manca un rigore per parte, entrambi sul punteggio di 0-0; il terzo gol della Fiorentina che arriva con Montolivo in fuorigioco; un’espulsione per parte non comminata a Macheda e Caserta in Sampdoria-Cesena, ed infine prima il secondo gol di Sculli in Lazio-Palermo che è da annullare in quanto l’attaccante è in fuorigioco, ma poi manca un rigore ai biancocelesti nella ripresa per fallo di Munoz su Floccari. Insomma, se si vuole un finale di campionato regolare, qualcosa deve cambiare nella preparazione degli arbitri.