Nelle 9 partite disputate tra sabato e domenica, gli arbitri italiani, a parte qualche cartellino sbagliato, si sono comportati bene per 89 minuti su quasi tutti i campi. Poi tra il novantesimo ed i minuti di recupero sono crollati.
Ma andiamo con ordine. Sembra eclatante l’errore di Morganti che in Brescia-Lecce, all’ultimo minuto, annulla la rete a Caracciolo per fuorigioco. Non solo l’Airone parte in posizione regolare, ma ironia della sorte, il passaggio che lo smarca non è di un compagno, ma involontariamente viene servito dal leccese Olivera. Il guardalinee ha la responsabilità dell’annullamento, anche se era impallato, ma l’arbitro aveva la visuale libera e non ha fatto obiezioni.
Ha tutto il diritto di protestare anche il Chievo, dato che una direzione di gara piuttosto fluida di Valeri viene rovinata al novantesimo con la concessione di un rigore che il 99% degli arbitri non avrebbe concesso. Nell’area clivense infatti Bogdani e Mandelli si strattonano a vicenda. In questi casi si tende a favorire il difensore, ma Valeri concede il rigore che deciderà la partita.
Male anche Giannoccaro che in Catania-Genoa sbaglia su entrambi i fronti: i gol di Floro Flores e Maxi Lopez erano entrambi in fuorigioco, mentre Criscito non andava espulso perché non c’era chiara occasione da gol. Inoltre il fallo su Lodi avviene sulla linea che delimita l’area, e dunque era rigore, e non solo punizione. Abbastanza positivi gli altri arbitraggi.