Nella scorsa stagione ha vinto tutto quello che c’era da vincere, prima di voltare le spalle a Milano per prendere la direzione di Madrid. Josè Mourinho – checché ne dicano i detrattori – è l’allenatore migliore in questo momento, sebbene il suo lavoro sia stato facilitato da una squadra costruita per vincere, grazie ai soldi di Moratti, sempre pronto ad investire nella sua creatura. Ma lo Special One, se proprio deve ringraziare qualcuno per i successi ottenuti, si rivolge ad un “patron” che sta un po’ più in alto:
Dio deve pensare che io sia un bel tipo. Deve pensarlo davvero, altrimenti non mi darebbe così tanto. Ho una famiglia incredibile, lavoro dove ho sempre sognato di lavorare… Mi ha aiutato tanto a conseguire tutte le cose che ho. Insomma, deve avere un’ottima opinione di me.
Mourinho insomma è una specie di unto dal Signore, una sorta di prediletto da Dio. Questo la confessione (tanto per restare in tema religioso) dello Special One all’emittente Cope, la radio della Conferenza Episcopale, nel corso di un’intervista che tocca anche temi più terreni, come quello del suo rapporto con la dirigenza del Real Madrid:
La verità è che sono più felice di un mese fa. Oggi vedo che il club va nella mia stessa direzione. Abbiamo le stesse idee, la stessa filosofia di lavoro. Il feeling personale con il presidente e con Josè Angel Sanchez è sempre stato ottimo. Mi piace lavorare direttamente con il presidente. Nella struttura ideale del club, l’allenatore deve avere rapporti diretti con il presidente e il direttore economico-esecutivo.
La conclusione è dedicata alle differenze tra Moratti e Perez:
Moratti, che presidente, spettacolare! Appassionato di calcio e letteralmente malato per l’Inter, amico vero dei suoi amici. Con Florentino ci stiamo conoscendo. Devo dire che il rapporto si sta sviluppando progressivamente, mi piace molto. Mi sono sempre trovato bene, ora mi sento a mio agio a livello personale e professionale.
Grazie a Dio.